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Il mercato fiorente della tecnologia per le coppie, gli effetti sull'intimità e i rischi per la privacy

Tecnologia per coppie: così app e device cambiano l'intimità

C'è un mercato fiorente di tecnologia per coppie: come app, device e gadget hi-tech cambiano l'idea di intimità? E quali rischi si corrono?

Non c’è solo lo sconfinato mondo dell’online dating: quando si parla di “tecnologia per coppie” si fa ormai riferimento a un gran numero di app, dispositivi indossabili , gadget hi-tech che hanno rivoluzionato il modo di costruire prima e vivere poi le relazioni a due. Quella distruzione digitale con cui abbiamo imparato a fare i conti in praticamente qualsiasi sfera della nostra vita quotidiana, cioè, non sembra aver risparmiato neanche gli affetti. Non c’è da sorprendersi: giovani millennials e giovanissimi della Gen Z vivono infatti ormai la propria vita onlife e usano i (tanti) dispositivi da cui sono circondati di fatto come estensioni fisiche del proprio corpo. Relazioni, affetti, vita di coppia si fanno “tech”, insomma, come tech sono diventati in questi anni gli acquisti, le carriere, la vita spirituale persino.

Se il dating online scopre algoritmi e intelligenza artificiale

Il segmento delle app di dating può rappresentare così un buon punto di partenza per andare alla scoperta del mercato (fiorente) della tecnologia per coppie.

Secondo alcune statistiche, l’online dating valeva nel 2019 oltre un miliardo e mezzo di dollari e dovrebbe crescere di almeno il 4% ogni anno fino al 2023. Altri dati confermano che oggi una persona su tre usa app dedicate alla ricerca di un partner e si tratta in maggioranza di giovani e giovanissimi tra i 16 e i 34 anni, nonostante ci sia anche una fetta di consumatori senior, sempre più tech savvy, che cerca l’amore grazie alle tecnologie.

Quello che il mondo dell’online dating ha di diverso oggi rispetto a solo qualche anno fa è soprattutto numero e tipologia di piattaforme a disposizione di chi cerca online un flirt o una storia seria. Di app per il dating, cioè, ne esistono oggi decisamente più di quante ne esistessero un tempo e, diversamente da anni fa, il panorama sembra molto meno concentrato: oltre alle solite Tinder e Grindr, cioè, gli utenti – spesso anche il singolo utente – scaricano e usano altre app e si tratta in genere di app meno generaliste, più verticali, dal target più selezionato. In qualche caso sono app in grado di sfruttare l’intelligenza artificiale per assicurare agli utenti match migliori: raccolgono informazioni su carattere, hobby, passioni, opinioni politiche e abitudini degli iscritti e, sfruttando appositi algoritmi, propongono loro solo partner con cui esista alta probabilità di intesa; a volte l’AI prova addirittura a combinare la genetica, chiedendo a chi scarica e installa l’app di eseguire anche un piccolo test del DNA casalingo; quando il problema è infine un po’ di timidezza o l’utente è alle prime armi nelle questioni di cuore, basta un chatbot che diventi una sorta di confidente e sia in grado di dispensare consigli su misura dopo aver raccolto una serie di insight sulla relazione.

Quei dispositivi indossabili che rivoluzionano la vita di coppia

Quando si parla di tecnologia per coppie, però, non si può non far riferimento anche al mercato dei wearable per chi ha o intende iniziare una relazione. Sono dispositivi indossabili di diversa natura, destinati a utilizzi diversi e in qualche caso più commerciali di altri.

Simili nella forma ai più comuni smartwatch e fitness tracker, molto diffusi sono per esempio i device indossabili che aiutano le coppie nella ricerca di un figlio. Grazie a particolari sensori registrano il polso, la frequenza del respiro, la temperatura corporea, oltre a chiedere a chi li usa di segnalare eventuali cambiamenti nel peso per esempio o nella routine quotidiana: l’obiettivo è, infatti, individuare con maggiore certezza la finestra di fertilità della donna. Certo, come le app che tracciano il ciclo mestruale, possono essere utilizzati – e di fatto molte coppie lo fanno – in funzione “inversa”, per evitare una gravidanza: l’efficacia in questo caso, però, non è né garantita dai produttori, né particolarmente alta nei tassi.

Decisamente più giocose sono le funzioni di alcuni gadget hi-tech dedicati alle coppie lontane, costrette a vivere a distanza la propria relazione. Sono gadget come il braccialetto smart che simula il tocco della mano dell’amato o la maglietta da indossare per sentirsi protetti da un suo abbraccio e, ancora, un device tutto sui generis attraverso cui baciare il partner a distanza, ma in tempo reale, grazie a meccanismi che riescono a riprodurre i veri movimenti della bocca di chi sta utilizzando il device gemello. Il leit motive, insomma, sembra uno: dare corpo all’assenza grazie alla tecnologia o, meglio, sfruttare la tecnologia come estensione dei propri sensi. I più apocalittici potrebbero sottolineare, soprattutto in questo caso, che i device con cui siamo abituati a interagire ogni giorno stanno cambiando definitivamente e rendendo più virtuali, più smaterializzati anche i nostri contatti intimi. Decisamente più pragmatico è credere che la tecnologia per coppie stia di fatto rendendo espansa l’idea stessa di intimità: se ci sono, cioè, molti modi diversi di vivere la sfera relazionale e affettiva, uno di questi non può che essere quello mediato dalla tecnologia. Lo sanno bene brand e aziende che producono prodotti per il piacere sessuale e di coppia che, da anni ormai, hanno in catalogo proprie versioni di device, gadget smart e sexy toys dedicati alle coppie che vogliano sperimentare o che, perché lontane, non possono che esprimere in questo modo la propria sessualità.

Esiste poi uno smartdevice che dovrebbe aiutare le coppie a prevedere l’insorgere di conflitti (ed evitarli, quindi, quando possibile). Quando si sta per litigare, infatti, il corpo si prepara facendo variare considerevolmente sudorazione, ritmo cardiaco, ecc.: se a dati biometrici come questi si abbinano le registrazioni delle conversazioni, elaborate grazie ad algoritmi in grado di evidenziare eventuali cambi di tono, intensità della voce e via di questo passo, non è difficile per un dispositivo da polso “avvertire” chi lo indossa che la lite è alle porte.

Tecnologia per coppie: i rischi per la privacy (e non solo)

Quanto descritto fin qua si porta dietro non pochi pericoli per privacy e riservatezza della (potenziale) coppia. Non è un mistero per esempio che il costo della maggior parte di app gratuite di dating è rappresentato da dati, quasi mai inerenti alla sola sfera relazionale e sessuale dell’utente, che queste raccolgono e, in accordo con policy più o meno consapevolmente accettate al momento dell’iscrizione, possono rivendere a terzi. Il dubbio che microfoni e sistemi per la geolocalizzazione rimangano accessi per più tempo e indipendentemente dalla volontà dell’utente vale per gli smartphone, poi, come vale per i “device di coppia” e disegna un quadro di sorveglianza digitale, in cui a “sorvegliare” non sono tanto – e solo – soggetti pubblici e per fini legati alla sicurezza, quanto soprattutto soggetti privati che operano a scopo commerciale.

Anche se non si tratta, a rigore, di tecnologia per coppie anche assistenti vocali e dispositivi per la domotica possono mettere seriamente a rischio intimità e riservatezza di un rapporto a due: lo sa bene la coppia del Wisconsin che ha denunciato un attacco hacker al proprio Google Nest, attacco hacker durante il quale chi stava dall’altra parte del dispositivo è intervenuto a sorpresa nel bel mezzo di una conversazione in salotto tra i due. L’elenco di potenziali rischi legati all’utilizzo di tecnologia “di coppia” potrebbe ancora continuare a lungo, fino a comprendere per esempio il fatto che dati sensibili sulla salute e sulla fertilità di coppia possono essere monitorati e rivenduti a soggetti di diversa natura quando si usano i device tech per la programmazione di una gravidanza di cui si è detto. Quelle viste fin qua sono, però, situazioni di rischio generate dall’utente o che si avvalgono almeno del suo inconsapevole consenso: i dati anche più riservati sulla coppia, più che rubati sono cioè esposti – sovraesposti, addirittura in qualche caso – dalla coppia stessa. Che succede, invece, quando app e gadget tech sono utilizzati da terzi con un intento chiaramente malevolo? La paura di un tradimento da parte del partner, la delusione per la fine imprevista di una relazione, ecc. possono trasformare, cioè, anche la tecnologia per coppie più amorevole negli intenti nel più spietato strumento di cyberstalking .

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