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Velocità di un sito: dati e regole per migliorare l'esperienza dell'utente

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La velocità di un sito ha un ruolo fondamentale se si guarda alla user experience. Ma cosa incide su di essa? E come gestirla?

La velocità di un sito – primo fattore di cui tener conto quando si prova ad ottimizzare una pagina web – ha un impatto che va ben oltre la seo e che influenza l’intera user experience . Così, mentre solo qualche tempo fa un post sul blog ufficiale di Google fissava a 2.5 secondi il tempo di caricamento medio di un sito nella sua versione desktop, numerose statistiche confermano nel 2016 una precisa correlazione tra il tempo di risposta e il tasso di abbandono della pagina, il più macroscopico degli effetti negativi di siti low speed.

Velocità di un sito: maggiore attesa, maggiori abbandoni

Stando ad alcuni dati, il tasso di abbandono supera il 25% quando il tempo di risposta di un sito o di una pagina supera i 4 secondi e sale vertiginosamente verso il 50% quando ci si avvicina ai 10 secondi di attesa. Le ragioni sono da ricercare nell’overload di contenuti offerti dalla Rete: se l’esperienza su un sito non è soddisfacente, l’abbondanza di risorse simili – quando non del tutto identiche – spinge l’utente a preferirne altre. La velocità di un sito sembra essere, dunque, tra le prime ragioni di insoddisfazione per l’utente.

tasso di abbandono velocità di upload

Fonte: Kissmetrics Blog

Minore velocità di un sito, minori acquisti online

In particolare per chi si occupa di ecommerce la site speed sembra essere vitale. Chi compra online lo fa per la velocità con cui può procedere all’acquisto, oltre che per la convenienza. Non a caso, secondo uno studio, più della metà degli utenti (il 51%) non completa l’acquisto se il sito è troppo lento. Secondo altri dati, invece, per il 52% degli utenti la velocità impatta sulla site loyalty, quando non addirittura sulla brand loyalty nel caso di siti aziendali. Almeno il 79% degli online shopper insoddisfatti dalla performance del sito sarebbe meno propenso, inoltre, ad effettuare nuovamente acquisti da quello stesso dominio. A far calare la soddisfazione dell’utente (di oltre il 15%) basterebbe un ritardo di un solo secondo; va considerato, però, che il 44% degli shopper insoddisfatti dichiara di raccontare ad amici e familiari la cattiva esperienza. Il danno in termini di mancate conversioni è presto fatto: un ritardo di un secondo nella velocità di risposta può causare una riduzione del 7% nelle conversioni che, tradotto per un sito di eCommerce che fa 100mila dollari al giorno, significa una perdita potenziale nelle vendite di 2.5mila dollari annui.

velocità di upload per siti di ecommerce

Fonte: Kissmetrics Blog

Velocità vs connessioni mobile

Anche l’aumento di accessi da mobile ha un peso non indifferente nella valutazione della velocità di risposta di un sito. È un problema di aspettative, ma non solo: nella maggior parte dei casi, infatti, gli utenti mobile si aspettano un’esperienza di navigazione che sia quantomeno comparabile a quella da desktop; secondo dei dati, per il 46% di loro il tempo di caricamento di un sito su dispositivi mobili dovrebbe essere uguale o quasi a quello da desktop; per qualcuno (il 12%), invece, la velocità di risposta da mobile dovrebbe essere addirittura superiore. Quello che accade realmente è che almeno il 73% degli utenti mobile dice di aver avuto, almeno una volta, esperienze di siti troppo lenti, a cui si aggiunge un 51% di utenti insoddisfatti a causa di siti che vanno in crash o visualizzano messaggi d’errore e almeno un 48% di mobile user che lamenta siti non ottimizzati, a partire dalla formattazione, per i device mobili.

velocità di upload e connessioni mobile

Fonte: Kissmetrics Blog

A ognuno la sua velocità

La velocità di risposta di un sito non è, comunque, un valore da considerare in maniera assoluta. Molto dipende dal tipo di richiesta che si rivolge al sito o all’app, se si guarda all’esperienza di navigazione da mobile, come ha spiegato Klaus Enzenhofer, Senior Technology Strategist di Dynatrace, società specializzata nello user experience management. «Prendiamo ad esempio lo scenario in cui un utente deve creare un report online. Quale sarà il tempo di risposta ideale per soddisfare chi, dopo avere cliccato un pulsante, attende di ricevere un report che contiene l’elenco di 10.000 clienti con il loro fatturato mensile degli ultimi due anni? È impensabile che questa persona si aspetti di ricevere il report in meno di 10 secondi. Probabilmente sarà soddisfatta se il tempo di risposta si attesta sui 30 secondi», ha dichiarato.

tempo di risposta per database

Fonte: Dynatrace User Experience Management

Un’altra cosa è, invece, un utente che sta digitando le parole chiave su un motore di ricerca : «Gli utenti in genere iniziano a digitare una parola o una frase nel campo di ricerca e, dopo le prime lettere, aspettano che la casella visualizzi in automatico il suggerimento/completamento. Qual è il tempo di attesa accettabile per questo processo, ovvero, quanto aspetterà l’utente prima di completare da solo la frase? In questo caso 2 secondi sono già troppi, perché le persone si aspettano un tempo di risposta uguale o inferiore a 100 ms e sono deluse se i suggerimenti appaiono solo dopo due secondi o più: 2 secondi è un tempo troppo lungo per una risposta istantanea», ha proseguito Enzenhofer. Ciò implica che per una prestazione ottimale del sito, che si traduca in una user experience soddisfacente, si dovrebbero stabilire soglie diverse a seconda dell’azione dell’utente, della pagina caricata o della tipologia di navigazione. Operazione tutt’altro che facile nel panorama così diversificato del web 2.0.

Siti troppo lenti? Ipotesi e regole da addetti al mestiere

Esistono decine di fattori che possono influenzare la velocità di un sito, a partire dagli host, come suggeriscono gli esperti. Meglio scegliere un host affidabile, anche se più costoso: gli host più economici espongono il sito a errori e crash.

Attenzione anche a plugin e widget, se troppi possono ridurre notevolmente il tempo di risposta di un sito. Un po’ come le immagini non ottimizzate che, in fase di caricamento, possono incidere sulle performance del sito (meglio utilizzare, in questo senso, formati JPEG per le foto e PNG per icone e simboli).

Per finire, anche la scelta di temi o altri elementi del design particolarmente elaborati può influire negativamente sulla user experience e un sito visivamente gradevole non è tutto.

Chiunque stia provando a ottimizzare la velocità di risposta del proprio sito, insomma, dovrebbe tenere conto di due semplici principi a prova di addetti al mestiere:

  • via gli extra: un buon sito contiene solo ciò che è strettamente necessario alla navigazione dell’utente;
  • mai smettere di controllare la propria performance: i numeri non mentono e solo a partire da questi si possono fare tutti gli aggiustamenti necessari.
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