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Video strategist: quali sono le caratteristiche di questa professione e come si è evoluta con il digitale

Video strategist: quali sono le caratteristiche di questa professione e come si è evoluta con il digitale

Un buon video non è più sufficiente: è necessario pianificare una strategia. Per questo è sempre più necessario affidarsi a video strategist.

Realizzare video e diffonderli avendo una strategia ben definita: ecco di cosa si occupa un video strategist. Per certi versi questa professione rientra nell’ambito del content marketing e della content strategy, con una focalizzazione, appunto, sul contenuto video. La capacità assolutamente necessaria per svolgere la professione di video strategist, anche in campo digitale, è, infatti, quella di integrare mezzi e canali, considerando il video solo come uno dei tanti tipi di contenuti utili a comunicare. Alla base di tutto, poi, deve esserci sempre un messaggio da veicolare, sviluppato a partire da uno studio approfondito del target .

Video: alcuni elementi da considerare

La vera differenza nei video la fa, sicuramente, la forza comunicativa, poiché realizzarne uno oggi è facilissimo: basta solo uno smartphone per effettuare delle riprese e con il semplice utilizzo di qualche app si possono anche fare tagli e mettere qualche piccolo effetto. «Il video è oggigiorno alla portata di tutti, viene realizzato e visto in pochissimi secondi da qualsiasi tipo di smartphone piuttosto che da dispositivo desktop», ha affermato a tal proposito il digital video strategist Antonio Meraglia in una intervista ai nostri microfoni realizzata a Inbound Strategies 2018.

L’accessibilità a strumenti che permettono di realizzare dei video in tempi rapidi e con pochi sforzi e l’importanza di avere qualcosa da dire non devono però portare a trascurare la qualità di immagini e audio. Che si abbia uno smartphone, una webcam, una fotocamera digitale o una videocamera, ci sono alcuni elementi che non si devono trascurare, quali ad esempio:

  • la stabilità dell’immagine, che si può ottenere utilizzando un buon cavalletto (al quale si può aggiungere un adattatore per smartphone);
  • immagini nitide e luminose (potrebbero servire in alcuni ambienti dei faretti);
  • un audio chiaro da ottenere in alcuni casi utilizzando un microfono, specie quando si registra in luoghi in cui i rumori di fondo potrebbero sovrastare la voce principale;
  • valutare un lavoro di montaggio e di post-produzione, soprattutto se serve fare dei tagli e/o apportare miglioramenti in quanto a stabilità, luce, colori e così via.

Più in generale, poi, è sicuramente di aiuto avere un buon senso dell’estetica e studiare alcuni aspetti tecnici ma funzionali alla comunicazione di un certo messaggio, come, ad esempio, tutti quelli legati alle inquadrature e alle diverse tipologie di queste.

Strategia: il solo video (breve) non basta

In fase di realizzazione vanno considerati anche alcuni aspetti legati all’attenzione dello spettatore e a come cambiano nel tempo le modalità di fruizione dei contenuti. Bisogna considerare, solo per fare due esempi, che l’attenzione è maggiore durante i primi secondi del video – si tratta del momento in cui lo spettatore decide se continuare a vedere o chiudere – e che non sempre i formati brevi sono quelli più apprezzati. Nella “lotta” video vs post lunghi non è detto che i più visualizzati e apprezzati siano i primi, specie quando brevi, perché il tutto dipende dal contesto di fruizione – se si è in condizioni in cui si possono visualizzare i video e in base ai tempi di caricamento – e dal target. I video restano ancora tra i trend del content marketing e del social media marketing , anche per il 2018, e quando riescono ad essere chiari ed esaustivi in poco tempo sono sicuramente efficaci dal punto di vista comunicativo, ma alcune ricerche dimostrano quanto siano sempre più visualizzati anche i long form video.

Importante anche tener conto delle condizioni di fruizione, appunto, poiché talvolta non si può ascoltare l’audio dei video, motivo per cui non si può fare unicamente affidamento su quello per spiegare dei punti chiave (una buona soluzione può essere magari inserire sempre i sottotitoli), così come è opportuno considerare che quando l’obiettivo che si intende raggiungere con il video è quello di spingere lo spettatore a compiere un’azione non bastano le sole immagini, serve una call-to-action chiara.

Insomma, un buon contenuto video, come si diceva in apertura, non è sufficiente: va pianificato con cura e una volta realizzato e finito il prodotto occorre fare in modo che sia effettivamente visualizzato da un certo pubblico. Serve a questo punto definire una strategia o, nel caso in cui fosse già stata definita, mettere in atto quella redatta nella fase iniziale di pianificazione. «La strategia è tutto afferma ancora Meraglia –. Oggi troviamo video fatti molto bene da professionisti che lavorano nel settore, perfetti tecnicamente, ma se non sono supportati da una buona strategia allora sono dei grandi buchi nell’acqua».

Ecco allora che diventa essenziale avere una video strategy.

Digital video strategist: il giusto mix di conoscenze comunicative, digitali e video

Inoltre, per la definizione di una strategia appropriata al brand e al target, un buon video strategist non può non tener conto delle innovazioni continue in ambito digitale e deve essere sempre aggiornato in merito a social network e nuove introduzioni. Una volta scelti i canali di diffusione vanno poi monitorate le performance – cosa che le analytics delle piattaforme social e, più in generale, gli strumenti analitici online rendono decisamente più semplice rispetto all’offline – per comprendere se le decisioni prese sono state appropriate o se si rende necessario intervenire apportando delle modifiche.

La professione del video strategist, insomma, deve necessariamente cambiare, diventando digital. Con Antonio Meraglia, che si definisce proprio digital video strategist, abbiamo cercato di capire meglio le competenze che deve avere chi vuole svolgere questa professione. Alle competenze video, di strategia e marketing, si aggiungono, appunto, quelle in ambito marketing e web, anche perché spesso sono richiesti singoli planning strategici per ogni diversa piattaforma online (basti pensare allo YouTube marketing).

Come affermato da Antonio Meraglia, «oggi tutti vogliono fare video, tutti ottengono tantissimi risultati dai video. Io ho semplicemente unito la parte strategica del web marketing con la parte della potenza del video, perché focalizzarsi solo sul video forse può portare a ottenere dei buoni video tecnici, il che non vuol dire avere necessariamente dei buoni risultati dai video».

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