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Video strategy: perché è utile e quali brand hanno le migliori?

Video strategy: perché è utile e quali brand hanno le migliori?

I contenuti video migliorano l’efficacia di una strategia digitale. Regole vincenti e brand che hanno sfruttato al meglio una video strategy.

È, secondo Forbes, tra i trend che caratterizzeranno il marketing in questo 2017. Sempre più brand , del resto, sembrano aver compreso l’importanza di un approccio video first e hanno preso a mettere il format video al centro della loro strategia di content marketing e, più in generale, di storytelling aziendale. Ci sono casi eccellenti, come Burberry che ha giocato su un video evocativo della storia del brand tutta la sua festive campaign 2016. Una video strategy può risultare efficace, però, anche per chi non ha budget ingenti da investire in comunicazione digitale e social media marketing .

Quelli video sono, infatti, tra i contenuti più versatili su cui un azienda o qualsiasi altro soggetto business possa far affidamento. Sono, del resto, come fanno notare dal Content Marketing Institute, immediatamente condivisibili sui principali social network e in grado di assicurare il maggior numero di interazioni (in termini di like, reaction, condivisioni, commenti, etc.) rispetto a qualsiasi altra tipologia di post. Funzionano bene sia come teaser di un contenuto di diverso formato sia come contenuto in sé, senza considerare che possono essere rimediati e ripubblicati in diverse forme (dai 15 secondi di un passaggio su YouTube, ai classici 30 secondi televisivi, per esempio), su piattaforme diverse, sia owned che paid, e per una fruizione tanto da mobile quanto da desktop.

efficacia video strategy

Sono molti i brand che pur avendo sviluppato una video strategy non la considerano efficace, come dimostrano i dati del Content Marketing Institute.

5 regole per una perfetta video strategy

Alcune regole sono fondamentali da seguire, però, quando si pensa a una strategia video.

  • Avere una storia da raccontare: basta pensare a un video come ad una unità narrativa che sia autoconclusa o parte di un racconto più vasto e seriale. Raccontare una storia, del resto, è il modo migliore per emozionare gli utenti, coinvolgerli e assicurarsi che il proprio messaggio arrivi in maniera chiara.
  • Puntare sulle persone, non sul prodotto. I consumatori vogliono un’azienda che parli con voce umana e non si limiti a informare. Per questo è essenziale mostrarne il volto umano, coinvolgere le diverse professionalità al suo interno per fare emergere la vera personalità del brand.
  • Attenzione alla lunghezza del video: nonostante la versatilità anche nella durata di cui si è detto, un contenuto video non dovrebbe essere mai troppo lungo, né contenere troppe informazioni. Non va dimenticato, infatti, che la maggior parte degli utenti è oggi connessa da dispositivi mobile, qualche volta persino durante viaggi e spostamenti, e ciò influisce notevolmente sul tipo di fruizione.
  • E alla call to action : l’obiettivo di un video pubblicato sui propri canali aziendali dovrebbe essere sempre quello di convincere gli utenti a compiere un’azione: può non essere per forza quella dell’acquisto, ma può consistere per esempio nell’iscrizione alla newsletter , la partecipazione a un contest, etc. Perché ciò avvenga occorre essere chiari, con preciso invito all’azione alla fine del proprio contenuto.
  • Dove e quando condividere il proprio contenuto video? Uno degli errori in cui si cade più facilmente è voler riservare il proprio contenuto video esclusivamente al sito aziendale, quando si tratta invece di formati che funzionano meglio su social, blog e simili. Attenzione anche a programmarne le uscite con una certa regolarità, proprio come si farebbe con qualsiasi altro contenuto.

L’ultima avvertimento degli esperti in materia? Non pensare che quello video sia il format ideale per qualsiasi tipo di contenuto. In alcuni casi, infatti, la propria audience potrebbe preferire leggere un articolo (come avverrebbe, secondo degli studi, soprattutto con news e informazioni online), consultare infografiche, etc. per una questione di velocità e personalizzazione dei tempi e dei modi di fruizione, ma anche – e non è da sottovalutare – perché i video richiedono maggiore consumo di dati e una banda più larga.

La top 50 dei brand più video-oriented

Quali sono allora i brand che hanno sviluppato, fin qui, la migliore video strategy? A individuarli ci ha pensato Mosaicoon con una top 50 dei brand internazionali più video-orientend , stilata tenendo conto di fattori come la capacità di produrre contenuti video di diversa natura e quella di coprire, attraverso contenuti simili, i principali tag collegati al brand e al suo portfolio di prodotti.

I risultati migliori in assoluto? Sono quelli ottenuti da Red Bull. Con il 13% di tutti i contenuti digitali in formato video e 21 tag aziendali su 29 coperti da almeno uno di questi, la nota azienda di soft drink è diventata nel tempo un case study interessante: ha una audience totale sui social pari a 55 milioni di follower e il grosso dell’ engagement è assicurato dalle clip video regolarmente condivise su Facebook, Instagram, Twitter, etc. Sono video che incarnano i valori del brand già nelle scelte di regia e fotografia (colori vividi, luce calda che richiamano l’immaginario di vitalità ed energia evocato dell’energy drink) e che sviluppano, tutti, varianti narrative dell’iconico claimRed Bull ti mette le ali”.

red bull instagram

Alcuni video condivisi sul profilo Instagram di Red Bull.

Sul podio anche Purina, il noto marchio di prodotti per la cura degli animali, con il 63% di contenuti digitali in formato video (su un numero, però, molto ridotto di condivisioni, ndr) e Jaguar/Land Rover ferma al 6% di contenuti video sul totale. Più in fondo nella classifica delle migliori video strategy anche brand del personal care (Dove, Garnier, Sunsilk, L’Oreal) e del food&beverage (Ferrero, Findus, San Pellegrino, Fernet Branca) non a caso tra i settori più rappresentati su un social prettamente visivo come Instagram.

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