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YouTube Shorts: ovvero il servizio per video brevi con cui Google sfida TikTok

YouTube Shorts: ovvero il servizio per video brevi con cui Google sfida TikTok

Arriva in questi giorni in India, prima che negli altri paesi, YouTube Shorts, un nuovo servizio di casa Google che somiglia molto a TikTok.

«Una nuova esperienza video in short-form», così gli sviluppatori di Mountain View definiscono YouTube Shorts, l’ultimo arrivato in casa Google, in questi giorni in fase di test in India e che qualcuno ha già ribattezzato come un clone – l’ennesimo di TikTok.

Youtube Shorts: cos’è e come funziona il nuovo servizio per video brevi di Youtube

Come TikTok, YouTube Shorts permette agli utenti di girare e condividere brevi video dalla durata massima di 15 secondi; la videocamera è multisegmento e permette di mettere insieme più clip; c’è una libreria di brani musicali che possono essere utilizzati come tappeto per i propri video; si può regolare la velocità di ripresa e impostare funzioni di timer e countdown in modo da registrare senza tenere premuto e poter esprimere al meglio il proprio estro, la propria creatività. YouTube Shorts è pensato, infatti, appositamente per «creativi e artisti che vogliono girare video brevi, accattivanti usando nient’altro che i propri smartphone» ed è guardando alle loro esigenze che, promettono gli sviluppatori, verranno aggiunti al servizio, ancora come si accennava in fase beta, nei mesi prossimi e man mano che il roll-out si estenderà anche ad altri paesi sempre nuovi strumenti, nuove feature.

youtube shorts cos'è

Fonte: YouTube Official Blog

Con Shorts, YouTube rivendica del resto un primato nella storia di piattaforme e ambienti digitali: l’idea stessa di user generated content , scrivono gli sviluppatori nel post di presentazione, nacque quando, nel 2005, qualcuno condivise “Me at the Zoo”, il famoso primo video su YouTube. Con il suo nuovo servizio dedicato ai video brevi – e con una sezione dedicata agli Shorts che, come ammettono gli sviluppatori, arriverà presto anche nel tradizionale spazio “Scopri” – YouTube, così, non fa altro che adattarsi a gusti e tendenze del momento: chi segue i trend video del resto non può far a meno di notare, da anni ormai, il successo dei contenuti in formato verticale, editati in tempo reale, personalizzabili e di breve durata appunto.

come funziona youtube shorts

Formato verticale, durata massima di 15 secondi, una libreria musicale a cui poter attingere, brani da usare come tappeto ai propri video e la possibilità di regolare la velocità di ripresa: sono queste, fin qui, le caratteristiche principali di YouTube Shorts che lo rendono in tutto e per tutto simile a TikTok. Fonte: YouTube Official Blog

Perché Youtube corre a copiare TikTok (e non è il solo)

Se un tempo, dopo il successo delle Instagram Stories, è stato un proliferare del formato Storie su praticamente ogni piattaforma – e se, a ben guardare, in principio fu Instagram a rubare formati e grammatiche a Snapchat – oggi, così, la corsa è a copiare TikTok, l’app cinese che per prima ha sdoganato i brevissimi video in lip sync e con tappeto musicale e le più assurde challenge tra utenti.

YouTube Shorts, Instagram Reels, Triller e qualsiasi altro clone di TikTok che potrebbe nascere nelle prossime settimane non potrà che essere frutto, insomma, di analisi di mercato e strategie per restare innanzitutto competitivi.

Non è certo un mistero, però, che per molte di queste app e servizi le querelle al centro delle quali si trova al momento TikTok potrebbero essere provvidenziali. Non è un caso, cioè, che Google abbia scelto l’India come primo paese in cui lanciare YouTube Shorts. Il 29 giugno scorso, infatti, il governo di Nuova Delhi ha bannato TikTok: ufficialmente lo ha fatto perché reputava l’app pericolosa per la sicurezza nazionale, accusata com’era di rubare dati ai cittadini indiani e fornirli al governo cinese; molto più realisticamente si è trattato di una conseguenza del tracollo dei rapporti esteri India-Cina – insieme a TikTok sono state bloccate, del resto, altre cinquantanove app prodotte o che sfruttavano algoritmi cinesi –, ma ancora potrebbe aver inciso molto nel ban indiano di TikTok anche il fatto che l’app fosse utilizzata da molti cittadini indiani, soprattutto giovani e delle caste più basse, come fonte di informazione alternativa a quelle ufficiali e governative. Con Shorts, YouTube potrebbe provare insomma a occupare uno spazio lasciato scoperto: uno spazio, tra l’altro, da quasi 150 milioni di utenti (tanti sarebbero stati, prima del ban, gli utenti indiani di TikTok). La stessa operazione potrebbe essere una sorta di banco di prova per YouTube per capire come poter trarre guadagno da ciò che sta succedendo con TikTok in America: mentre il 20 settembre 2020, data in cui l’app potrebbe smettere di esistere nei playstore americani, è sempre più vicina e quelle di un accordo tra TikTok e Oracle appaiono sempre più come semplici voci, infatti, molti utenti potrebbero preferire all’incertezza di sapere cosa ne sarà dei propri account su TikTok e dei contenuti condivisi fino a lì il migrare su altre piattaforme, meglio se già in parte familiari, come Instagram Reels o YouTube Shorts appunto.

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