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eHealth: quanto conta il digitale nel settore salute

eHealth: quanto conta il digitale nel settore salute

Che importanza riveste l'eHealth per la salute? Esistono incentivi in Italia e finanziamenti per la sua realizzazione?

L’ innovazione non riguarda solo ed esclusivamente le aziende che vendono beni, ma anche quelle che offrono servizi e che si prendono cura – in particolar modo – dei cittadini. Perché ciò avvenga, soprattutto in settori importanti come quello della salute, è necessario che gli esperti si incontrino e si confrontino costantemente trovando un’importante applicazione dell’eHealth.

A questo scopo, nel 2018, si è tenuta a Milano la prima edizione del Focus Digital Health, in cui si è discusso della situazione delle nuove tecnologie e della loro importanza e il risultato è stato pubblicato da Netcomm.

eHealth in Italia: qual è la situazione?

In Italia è stato registrato nel 2017 un totale di 43 milioni di utenti attivi, ovvero il 73% della popolazione peninsulare. Di questi, il 32% ha utilizzato servizi digitali per raccogliere informazioni sulle strutture sanitarie, il 22% per prenotare servizi come check-up e il 18% lo ha fatto per controllare referti medici o ricevere dei promemoria sulle visite mediche in programma. Ancora di nicchia sembra invece l’impiego degli strumenti digitali per pagare i servizi sanitari (l’11%). La ricerca è stata condotta dall’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano.

L’eHealth per la salute costituisce in Italia una chiave di sviluppo importantissima: il digitale, infatti, riveste oggi un ruolo fondamentale anche in un campo come quello della salute. Di cosa si tratta, però, nello specifico? L’eHealth è l’utilizzo di strumenti basati sulle tecnologie dell’informazione per migliorare la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle malattie, intervenendo sulla ricerca, l’educazione alla salute e la qualità della vita dei cittadini.

eHealth: quanto conta il digitale nel settore salute

Investimenti per la digitalizzazione

A oggi però in Italia gli investimenti per la digitalizzazione della salute sono ancora limitati. La quota principale degli investimenti è stata sostenuta dalle strutture sanitarie, con un budget di 890 milioni di euro, seguite dalle Regioni, dai 47mila medici di Medicina Generale e dal Ministero della Salute.

Gli ambiti più quotati per l’innovazione, comunque, sono le cartelle cliniche elettroniche, i sistemi di front-end e il disaster recovery. La cartella clinica elettronica, inoltre, sembra sia, come segnalato dal 72% delle direzioni strategiche, l’ambito più rilevante per il raggiungimento di obiettivi strategici; a questa fanno seguito i servizi digitali per i cittadini (59%) e gestione documentale e conservazione a norma (55%).

L’offerta e l’utilizzo in maniera user friendly dei servizi digitali ai cittadini potrebbero sembrare superflui, ma in realtà potrebbero portare a una riduzione dei costi, derivati da tutti quei servizi (nascosti) legati a un ambito “non digitale”. Per esempio, ritirare i propri documenti clinici di persona comporta un grande impiego di tempo che però si riduce nel ritiro in farmacia e diventa addirittura irrisorio per il web. L’impatto economico sarebbe significativo: ammonterebbe a 1.630 milioni di euro.

Le app più utilizzate e diffuse per l’eHealth

Le app costituiscono in questo modo un nuovo mezzo per favorire la digitalizzazione e mettere in collegamento paziente e strutture, paziente e medico, paziente e terapie. Gli incastri sono molteplici e di indiscutibile importanza.

Il paziente assume proprio una nuova modalità di interazione con la rete di assistenza sanitaria e allo stesso tempo anche i medici, che risultano sempre più attenti alle nuove tecnologie. Ciò accade, ad esempio, con WhatsApp, usato dal 63% dei medici di famiglia e dal 52% degli specialisti. Il motivo? Mediante la piattaforma di instant messaging si riescono a scambiare facilmente dati, ma soprattutto immagini (per esempio relative a referti, ecc.).

Tra i pazienti sono invece spesso molto gettonate le app “generiche” che monitorano lo stato di salute in maniera generale. App di questo genere, infatti, risponderebbero al bisogno primario dei cittadini digitali di benessere in senso ampio, soprattutto al fine di mantenere uno stile di vita sano.

Le possibilità offerte dal web, comunque, sono molteplici. Tra app e siti web spesso è possibile trovare persino farmaci, soprattutto quelli senza obbligo di prescrizione. Attualmente, però, le farmacie online autorizzate dal Ministero sono circa 700 e stanno registrando interessanti riscontri da parte dei loro clienti che hanno sperimentano questa nuova modalità di servizio.

Startup e innovazione del settore salute

Ad accrescere il valore generato dall’eHeath per la salute concorrono anche tutte le giovani aziende che stanno innovando la salute in diversi ambiti come l’analisi dei big data per finalità di ricerca, lo sviluppo di nuove modalità di servizi sanitari oppure la creazione di nuove forme di dialogo con i pazienti. Business intelligence e big data analytics sarebbero, infatti, aree fondamentali per il presente ma soprattutto per il futuro. Nonostante una leggera flessione degli investimenti (13 milioni, contro i 15 del 2016), infatti, il 45% dei direttori li indica comunque come ambiti prioritari, cosa che lascia presumere che si continuerà a puntare su entrambi. In realtà, è molto diffusa l’idea che siano gli ambiti “più complessi” da mettere in pratica, soprattutto a causa delle risorse economiche non propriamente adeguate, ma anche per la difficoltà nell’implementare progetti di questo tipo e per la mancanza di specifiche competenze interne. Nonostante ciò, la loro rilevanza non ne permette l’esclusione.

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