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Review bombing

Significato di Review bombing

online review Il Review bombing è la condivisione di un gran numero di recensioni negative su un luogo pubblico, un esercizio commerciale, un prodotto o servizio al solo scopo di scoraggiarne la frequentazione o l’utilizzo. Non necessariamente le recensioni hanno contenuto veritiero o sono state scritte da utenti che hanno effettivamente usato il prodotto/servizio.

Nella fenomenologia della Rete il suffisso “-bombing” è generalmente utilizzato in riferimento ai tentativi di intrusione in un thread di conversazione al fine di attirare l’attenzione, spesso anche mediatica, su di essa o di alterarne il senso o semplicemente confonderla o interromperla.

Ci si può intrufolare in una call di lavoro al solo scopo di disturbare i legittimi partecipanti (si parla in questo caso, più specificamente, di zoombombing ) o si può cominciare a pubblicare una raffica di tweet dal proprio profilo e convincere altri utenti a fare lo stesso quando si vuole fare diventare di tendenza un certo argomento (è questo lo scopo del tweet bombing ), ma non mancano casi in cui link a delle voci di Wikipedia sono stati pubblicati come commenti a post controversi o contenenti notizie false, non verificate o manipolate per correggere il tiro della discussione, sviarla o provare a spegnerla del tutto (è in questo che consiste il wikibombing).

Il review bombing è per molti versi erede di queste pratiche e ne condivide, soprattutto, gli obiettivi.

Review bombing: cos’è e come funziona

Sempre più persone ormai si informano e leggono le recensioni online prima di acquistare un prodotto, prenotare le vacanze, scegliere il ristorante in cui andare a cena o che nuova serie TV iniziare. Un gran numero di recensioni negative, poche stelline, un voto medio particolarmente basso possono scoraggiare così dall’andare a vedere al cinema quel film di supereroi che pure si aspettava da tempo o dal provare la nuova gelateria che ha appena aperto in città.

Chi fa review bombing è ben consapevole di questo meccanismo: spesso, non a caso, non si limita a pubblicare le recensioni negative su più piattaforme e dai diversi profili social che possiede, ma per amplificare la portata del messaggio convince familiari, amici, conoscenti a fare lo stesso o più malevolmente crea account fake da cui poter pubblicare i propri feedback negativi.

Solo a volte il contenuto delle recensioni è comunque veritiero e richiama una – cattiva – esperienza vissuta in prima persona da chi le ha scritte. Più spesso si tratta di recensioni prive di fondamento o che insistono più su opinioni e convinzioni personali dell’autore che su caratteristiche e problemi reali del prodotto o servizio. Non a caso è facile accorgersi che si è stati vittima di review bombing dal fatto che le recensioni negative ricevute, tutte molto simili, non forniscono una panoramica generale del prodotto o servizio ma si soffermano su dettagli, spesso per altro secondari o del tutto irrilevanti.

Altro chiaro segno dell’essere diventati bersaglio di review bombing è il tempismo delle recensioni: non è raro che quelle negative siano pubblicate a raffica e si moltiplichino esponenzialmente in pochi minuti o in poche ore, spesso dopo un episodio particolare di cui si è stati protagonisti o per aver ricevuto visibilità sui media o grazie a personaggi famosi che hanno scelto il proprio prodotto o servizio. È questa la ragione peraltro per cui alcune piattaforme hanno cominciato a mostrare le recensioni in due sezioni diverse, di cui una riservata a quelle più recenti, per permettere a chi le consulta di ricostruirne una sorta di “storico” e trarne feedback più veritieri.

Quanto detto fin qua basta a rendersi conto di come quelle di review bombing siano non di rado vere e proprie campagne ben orchestrate e con obiettivi altrettanto ben definiti a monte.

Chi bombarda di recensioni negative un prodotto, un servizio, un esercizio commerciale, un brand a volte non fa mistero di non basarsi su un’esperienza diretta ma su convinzioni politiche, culturali, religiose, etiche che lo spingono a boicottarlo e a voler convincere gli altri a fare lo stesso.

Per l’intento delegittimatorio che lo caratterizza, così, il review bombing è spesso assimilato – almeno negli effetti – ad altri fenomeni della Rete come trolling, shit storm, online harassment. Come gli ultimi risulta difficile da combattere, tanto più che è difficile più in generale agire contro il proliferare di recensioni false nonostante norme e sentenze forniscano strumenti ad hoc.

Alcuni esempi di review bombing

I principali esempi di review bombing vengono dal mondo dei videogiochi. Su piattaforme come Steam periodicamente i thread si infiammano per via di feedback molto negativi pubblicati dai detrattori di un titolo o di una saga a cui gli appassionati di quello stesso titolo o saga non di rado rispondono con toni altrettanto accesi1. Dalle dinamiche del gaming arriva la conferma, in altre parole, che anche il review bombing ha molto a che vedere con fenomeni come il fandom e la polarizzazione che sono la quotidianità degli ambienti digitali.

Il review bombing non ha risparmiato, comunque, grandi cult dell’ industria culturale come Il Signore degli anelli. Nel 2022, quando arrivò su Amazon lo spin-off tanto atteso della saga, fiorirono le recensioni negative basate sull’assunto che la trama non rispettasse quella originaria delle opere di Tolkien. Sembrò essere un tweet provocatorio di Elon Musk a scatenare, allora, l’ondata di commenti negativi2.

Anche giganti del web come Google hanno dovuto fare i conti con il review bombing, indirizzato nel caso specifico contro vecchie versioni dell’app per il parental control (Family Link)3.

Ad oggi gli esercizi commerciali e i locali pubblici sono di gran lunga le vittime predilette del bombardamento di recensioni negative sulle mappe di Google, su piattaforme specializzate come TripAdvisor o Trustpilot, sui social media . Nell’estate 2020 molti ristoranti e negozi italiani che in rispetto delle misure anticontagio da coronavirus imposte dal governo richiedevano ai clienti il Green Pass furono presi di mira da gruppi negazionisti e di no vax4 che trovarono proprio nelle recensioni negative false uno strumento per invitare il pubblico a boicottarli. Nell’estate 2023, dopo che i giornali hanno dato molto spazio alle notizie dei rincari nelle località di vacanza e alle foto degli scontrini con extra insoliti come quelli per dividere a metà un toast5, molti utenti sono corsi in Rete a lasciare recensioni negative alle attività in questione anche senza averle mai provate prima e contestando esclusivamente in via di principio le scelta di alzare i prezzi.

Gli ultimi due esempi sembrano la prova, peraltro, di come il review bombing risulti spesso anche inconsapevolmente un’operazione di framing o di perception management per come tenta di inquadrare una questione esclusivamente sotto un particolare punto di vista.

Note
  1. Polygon
  2. The Hollywood Reporter
  3. TechCrunch
  4. Open
  5. Corriere della Sera

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