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Fare link building serve ancora, a patto di puntare su backlink di qualità

linkbuilding whitepress

Pur aggiornando spesso gli algoritmi, i motori di ricerca continuano a premiare nel posizionamento siti e pagine con un buon numero di link in entrata di qualità. Per questo è essenziale investire in link building: ecco come.

Ha ancora senso fare link building Il dubbio è di quelli che sorgono spesso a chi gestisce siti web, specie di fronte ai periodici annunci di nuovi radicali aggiornamenti degli algoritmi dei motori di ricerca. La risposta, in breve, è “sì” e la domanda che avrebbe più senso porsi se si ha a cuore il buon posizionamento del proprio sito è, semmai, come ottenere backlink di qualità.

La link building serve ancora?

I motori di ricerca non hanno mai smesso di premiare le pagine che ricevono un buon numero di link in entrata. Ogni link esterno ricevuto è interpretato, infatti, come una raccomandazione, un voto a favore di quella risorsa espressa da chi l’ha consultata e trovata utile. Da quando è stata svelata la formula del PageRank di Google è apparso chiaro, però, che non tutti i backlink che una pagina web riceve hanno lo stesso valore ai fini del posizionamento.

Più i link in entrata sono pertinenti con contenuti e temi trattati all’interno della pagina e in generale sul sito web, più sono rilevanti ai fini del posizionamento. I motori di ricerca terrebbero conto anche e soprattutto della provenienza dei link, attribuendo più peso a quelli che partono da fonti affidabili, autorevoli, oltre che ancora una volta “in tema” con l’argomento trattato. Fare link building, insomma, serve ancora ed è proprio Google, nelle linee guida della Search Console, a suggerire a chi la usa di assicurarsi che altri siti contengano link al proprio. Oggi, dunque, è sempre più questione di operarsi attivamente al fine di ottenere backlink di qualità.

Serve puntare sui contenuti per ottenere backlink di qualità

Il modo migliore e formalmente l’unico accettato dai motori di ricerca per ottenere backlink di qualità alle proprie pagine è creare contenuti che gli altri siti non possano fare a meno di linkare. Più il contenuto è di valore, aggiornato e approfondito, originale e contenente informazioni difficili da trovare altrove, infatti, più naturalmente gli altri siti di settore avranno interesse a riprenderlo e raccomandarlo ai propri lettori. È più facile guadagnare link naturalmente – esiste infatti una sottile differenza tra link earning e link building – soprattutto quando si realizzano contenuti multimediali (foto, video, podcast, ecc.), infografiche, webinar, piccoli widget e applicazioni che richiedono una certa expertise e un certo investimento di tempo e risorse che non tutti hanno a disposizione e che, per questo, rappresentano per gli altri siti risorse fondamentali da ospitare al proprio interno.

Come fare link building efficacemente?

Impegnarsi a disseminare i propri contenuti di punta non può che aiutare se l’obiettivo è ottenere backlink di qualità. Ci sono alcune pratiche – che qualcuno chiama di “grey hat SEO” – che, sebbene non di certo premiate dai motori di ricerca, continuano a non essere penalizzate.

Si potrebbe effettuare una ricerca utilizzando le keyword per cui si intende far posizionare la propria pagina, per esempio, per scoprire quali sono i siti più rilevanti per il proprio settore o quelli a cui i propri competitor stanno puntando per fare link building e in un secondo momento contattarli, farsi conoscere, proporre loro una selezione di contenuti in linea con i temi che trattano più frequentemente e che potrebbero essere interessati a linkare.

Se si procede in questo modo si potrebbe non avere potere negoziale su un aspetto fondamentale quando si tratta di ottenere backlink di qualità come la scelta del giusto anchor text. La stringa di parole usata per “ancorare” il collegamento ipertestuale è sfruttata anche da Google per individuare l’argomento della pagina e quanto correlati siano la risorsa in questione e i link esterni presenti; l’ideale sarebbe, così, che il testo di ancoraggio contenesse le parole chiave per cui ci si intende posizionare, ma non è questo un aspetto controllabile quando sono gli altri a decidere se e come linkare le proprie pagine.

L’alternativa è proporre ai siti di proprio interesse comunicati stampa, pubbliredazionali, guest post e post per i blog aziendali, citazioni e virgolettati e preconfezionati e già pronti per la pubblicazione dove inserire direttamente indirizzo a cui ricevere il backlink e anchor text desiderati. Essere bravi nelle digital PR serve in questo caso ad assicurarsi che redazioni e gestori dei siti che ripubblicano i propri contenuti non sostituiscano l’attributo rel=dofollow con quello rel=nofollow, pratica ormai sempre più diffusa quando non si è certi dell’affidabilità del sito linkato.

Più in generale, le digital PR aiutano a far guadagnare visibilità ai propri contenuti e a migliorare fama e autorità di cui gode il proprio dominio, aumentando la probabilità che altri siti siano naturalmente portati a linkarne le pagine. Tra le pratiche da evitare il più possibile se il proprio obiettivo è ottenere backlink di qualità, invece, ci sono l’iscrizione ad apposite liste e directory o, peggio ancora, lo scambio e la compravendita di link: i motori di ricerca sostengono di penalizzarli.

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