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Un confronto costruttivo tra PMI e Agenzia delle Entrate è possibile?

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Con la pressione fiscale che continua a crescere, si fa forte in Italia l'esigenza di un confronto costruttivo tra PMI e fisco. Un dialogo aperto avrebbe vantaggi del resto si per gli imprenditori che per gli enti impositivi.

Sebbene sia impossibile che tra contribuenti e istituti fiscali nasca un’amicizia, in uno scenario economico dominato dall’incertezza qual è quello attuale è necessario che si stabilisca un dialogo aperto, corretto, trasparente, alimentato non solo dall’obbligo fiscale ma da un reciproco senso di rispetto e amministrato attraverso mezzi adeguati e regolamentati.

Sia per le imprese che per i lavoratori autonomi, del resto, il fisco rappresenta un “partner” inevitabile: l’atteggiamento corretto nei suoi confronti, pertanto, non è di ostilità o paura, bensì di comprensione e dialogo produttivo.

Solo ponendosi in una logica di cooperazione con l’istituto fiscale, chi fa impresa ha opportunità di crescere e prosperare nonostante l’inevitabile pressione fiscale. Tale collaborazione si nutre di informazione, consapevolezza e pianificazione strategica: aspetti fondamentali per orientarsi nel complesso labirinto della gestione tributaria e che, spesso, rendono necessaria una consulenza fiscale da parte di esperti come quelli di Soluzione Tasse.

La pressione fiscale è un ostacolo per la crescita delle imprese italiane?

La pressione fiscale in Italia è da tempo un tema centrale nel dibattito economico e sempre di più lo è diventato negli ultimi anni, quando le percentuali sono aumentate tanto da rischiare di rappresentare un ostacolo alla crescita economica.

Secondo le ultime stime di Unimpresa, infatti, nel 2023 la pressione fiscale reale è arrivata al 49%.

Questo aspetto, insieme alla complessità del sistema fiscale italiano, rappresenta un ostacolo per la crescita delle piccole e medie imprese che sono il motore dell’economia del Paese e i principali fornitori di posti di lavoro.

Al di là delle cifre, la discussione sulla pressione fiscale richiede un esame più profondo dello stato di salute della finanza e dell’economia italiana e la ricerca di un equilibrio fondamentale per garantire una crescita sostenibile e inclusiva nel lungo termine.

L’Agenzia delle Entrate può essere un interlocutore equo?

Il ruolo dell’Agenzia delle Entrate non si limita allo svolgimento delle funzioni amministrative e all’applicazione della legge. Come chiarisce Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’ente, il «fisco non può essere amico»1, ma può aspirare a essere un «corretto ed equo interlocutore».

Questo significa che l’Agenzia delle Entrate, come rappresentante del fisco, ha la responsabilità di fornire informazioni accurate, applicare le leggi in modo imparziale e comunicare efficacemente con i contribuenti.

Raggiungere un’equità nell’interazione tra fisco e contribuenti è fondamentale per mantenere l’equilibrio fiscale e garantire un’onesta imposizione delle tasse.

Instaurare e mantenere un rapporto con l’Agenzia delle Entrate basato sul rispetto reciproco può essere una strategia efficace per le imprese che cercano di navigare nel complesso sistema fiscale italiano.

Fisco e PMI in Italia: un rapporto problematico 

Le piccole e medie imprese, sebbene costituiscano il motore dell’economia italiana e forniscano al Paese una significativa quota di posti di lavoro, affrontano ogni giorno sfide significative a causa dell’aumento della pressione fiscale.

La prospettiva di una pressione fiscale che, stando sempre alle stime di Unimpresa, supererà nel 2024 il 48% dei guadagni non fa che accrescere gli ostacoli alla crescita.

L’imposizione fiscale può incidere notevolmente infatti sui margini di profitto, l’investimento in innovazione e la capacità delle PMI di espandersi e creare nuovi posti di lavoro.

Mentre il fisco cerca di garantire che tutte le imprese contribuiscano equamente al finanziamento dei servizi pubblici, le PMI si scontrano con la dura realtà di un onere fiscale che può risultare particolarmente gravoso.

È cruciale, così, esplorare strategie che consentano di gestire responsabilmente gli obblighi fiscali senza compromettere la crescita e che non siano semplicemente strategie di salvaguardia come quelle attualmente adottate dalle PMI per far fronte alla pressione fiscale.

Fondamentali possono risultare l’ottimizzazione fiscale, la riduzione dei costi del lavoro e la protezione del patrimonio aziendale: questi interventi possono spesso liberare liquidità utile ad assicurare la sopravvivenza giuridica ed economica dell’azienda.

Note
  1. il Giornale
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