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In Cina Apple è stata costretta dal governo a rimuovere WhatsApp e Threads dal proprio app store

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L'ente che regola Internet in Cina ha definito i servizi di Meta una minaccia alla sicurezza nazionale: per questo, per quanto non fosse d'accordo, Apple ha dovuto rimuovere WhatsApp e Threads dal proprio app store.

In Cina WhatsApp e Threads sono stati rimossi dall’app store di Apple su ordine del governo. È stata la stessa azienda di Cupertino a chiarire la propria posizione già all’indomani del blocco avvenuto il 18 aprile 2024: in una nota circolata sulla stampa ha scritto di essere obbligata a «seguire le leggi dei paesi in cui operiamo, anche quando non siamo d’accordo»1 e rassicurato i propri utenti che «le app rimangono disponibili per il download in tutti gli altri store in cui sono presenti».

Perché WhatsApp e Threads sono stati rimossi dall’app store di Apple in Cina

Le voci circolate inizialmente, riprese anche da The New York Times2, erano che WhatsApp e Threads fossero stati rimossi dall’app store di Apple in Cina per via di alcuni contenuti provocatori sul presidente cinese Xi Jinping.

Di che tipo di contenuti si trattasse e perché violassero le leggi nazionali sulla cybersecurity – questa è stata la motivazione ufficiale con cui l’ente che regola Internet in Cina, la Cyberspace Administration, ha chiesto ad Apple di rimuovere dal proprio app store le applicazioni di casa Meta – non è mai stato chiarito.

Un portavoce di Apple è intervenuto anzi, in un secondo momento, a smentire la notizia secondo cui la decisione di rendere WhatsApp e Threads inaccessibili in Cina per gli utenti Apple fosse legata a contenuti circolanti sui due servizi.

La guerra tecnologica (e d’influenza) in atto tra Stati Uniti e Cina

L’unica spiegazione per quel che sta succedendo in Cina con WhatsApp e Threads sembra ricondurre, insomma, alla guerra tecnologica in atto al momento tra Stati Uniti e Cina.

Chiedendo ad Apple di rimuoverli dal proprio app store, infatti, il governo di Pechino avrebbe definito i servizi di Meta una minaccia alla sicurezza nazionale. È la stessa accusa che l’America ha ripetutamente rivolto a TikTok.

Già ai tempi della presidenza di Donald Trump ci fu un’accesa guerra contro l’app cinese di casa ByteDance.

Pochi giorni fa la House of Representatives ha approvato, insieme agli aiuti umanitari per Ucraina, Israele e Taiwan, una proposta di legge che di fatto costringe ByteDance a disinvestire entro un anno dal mercato americano, pena il ban di TikTok negli Stati Uniti.

Piattaforme e servizi digitali non sono, come continua a spiegare The New York Times, le uniche vittime della guerra tecnologica in atto tra USA e Pechino. Da quello degli armamenti a quello dei microchip: sono tanti i settori che hanno risentito dei tentativi di uno di ostacolare la crescita e lo sviluppo strategico dell’altro. Motivazioni economiche ma anche legate a sfere d’influenza completamente da rivedere e ribilanciare sono, volendo semplificare, alla base dell’ostilità tra i due paesi.

WhatsApp e Threads rimossi dall’app store di Apple in Cina: quali potrebbero essere le conseguenze

Per tornare alla notizia di WhatsApp e Threads rimossi dall’app store di Apple in Cina, i servizi di Meta non sono stati i soli a essere bloccati dal governo cinese.

Nelle stesse ore sono spariti dall’app store di Apple anche le due app di messaggistica istantanea Signal e Telegram.

Gli utenti cinesi che volessero continuare a utilizzare questi servizi potrebbero farlo sfruttando una VPN.

Nessuna delle app in questione ha però al momento, come continua a far notare The New York Times, un bacino di utenti così vasto in Cina da essere messo in crisi dalla mossa di Pechino.

Nel Paese, infatti, WhatsApp sarebbe stata scaricata poco più di 15milioni di volte dal 2017 e dal momento del lancio di Threads i download non hanno superato i 470mila.

Le ragioni di questi numeri vanno cercate sia nel controllo governativo esercitato su Internet in Cina, particolarmente stringente sui servizi esteri, e sia soprattutto nella popolarità di servizi locali come la super app WeChat.

Il fatto che WhatsApp e Threads siano stati rimossi dall’app store di Apple in Cina, insomma, potrebbe non mettere tanto in difficoltà l’azienda di Mark Zuckerberg quanto la stessa Apple.

Alla Cina, infatti, sarebbe riferibile al momento circa un quinto delle vendite annuali di Apple. Difficoltà nel trovare sull’app store le proprie applicazioni preferite, se l’ordine della Cyberspace Administration si estendesse anche ad altri servizi forniti da compagnie estere, potrebbe portare gli utenti cinesi a spostarsi verso l’acquisto di altre marche di device tecnologici, condannando così di fatto Apple a una sorte simile a quella toccata anni fa a Huawei sul mercato americano.

Note
  1. The Wall Street Journal
  2. The New York Times

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