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Con il funerale di un fiordo danese Greenpeace invita a riflettere sulla salute dei mari e del Pianeta

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I rifiuti tossici e i residui dei fertilizzanti agricoli uccidono piante e pesci nei mari: per sensibilizzare su questo tema Greenpeace ha organizzato in Danimarca, in collaborazione con &Co./NoA, il funerale di un fiordo.

In prossimità della Giornata mondiale della Terra che si celebra ogni anno il 22 aprile, Greenpeace ha invitato i danesi al funerale di un fiordo. Obiettivo dell’iniziativa, che come hanno fatto notare molti commentatori mischia provocazione ed emozioni1, è sensibilizzare sugli effetti deleteri per il Pianeta dell’inquinamento e del cambiamento climatico.

Da anni studi e ricerche pongono l’attenzione, infatti, su come rifiuti tossici e residui dei fertilizzanti utilizzati in agricoltura inquinino il mare della Danimarca, nuocendo a pesci e piante e rendendolo uno dei più “morti” di tutto il mondo.

L’iniziativa che Greenpeace ha ideato insieme all’agenzia &Co./NoA ha trasformato questi dati in qualcosa di decisamente più tangibile, di facile lettura e che fa parte dell’esperienza comune dei più: un funerale della tradizione cristiana.

Il necrologio e il funerale del fiordo di Vejle

La notizia della morte del fiordo di Vejle, uno dei più estesi di tutta la Danimarca occidentale, è stata data sul Politiken e su altri quotidiani locali con un necrologio.

Nell’annuncio, che imita nella grafica, nelle scelte linguistiche e nei toni utilizzati quelli con cui si dà notizia sui giornali della morte di personaggi famosi o persone note all’interno di una certa comunità, si leggeva di una «prolungata sofferenza» a cui il fiordo è stato costretto negli anni e di pesci e piante che a causa di questa sofferenza sono ormai «scomparsi». Nel necrologio, soprattutto, Greenpeace e l’associazione danese di pescatori sportivi invitavano, come tradizionalmente fanno i congiunti del defunto, i danesi al funerale del fiordo.

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Il necrologio del fiordo di Vejle scritto per Greenpeace dallo scrittore Carsten Jensen. Traduzione dal danese. Fonte immagine: The Drum

Funerale che sì è tenuto davvero, sabato 6 aprile 2024, a Vejle e in diretta TV sulle due principali emittenti nazionali.

Con un gesto simbolico un sacerdote cristiano ha deposto dei fiori e detto delle preghiere davanti a una piccola bara trasparente in cui era contenuta acqua del mare della Danimarca.

Tra i partecipanti al funerale del fiordo che, stando a quanto hanno scritto i giornali locali, sono stati migliaia, ce ne sono stati anche di chiamati dall’organizzazione non governativa a preparare discorsi in memoria del defunto, proprio come si fa al funerale di un amico.

Per l’occasione Greenpeace e &C.o/NoA hanno ideato anche una lapide sotto cui seppellire il mare danese ormai definito morto dalla scienza.

Come hanno raccontato dall’agenzia creativa che si è occupata dell’iniziativa, infatti,

«in questi anni è molto cambiato il modo in cui si parla del problema [dell’inquinamento delle acque del mare in Danimarca]. Si è passati dal definire le acque interne sofferenti a causa della carenza di ossigeno, a bollarle come morte. […] Questo ci ha dato molte possibilità creative e ispirazione».

L’iniziativa di Greenpeace in Danimarca prova a trasformare il dolore in azione

La provocazione di un funerale del fiordo di Vejle organizzato in tutti i dettagli e a cui invitare la popolazione del posto e i più attenti alle questioni ambientali è stata, anche grazie al buzz che ha generato sui media e in Rete, un’occasione per far riflettere sull’inquinamento e sugli effetti di ampio spettro del cambiamento climatico.

L’obiettivo era sfruttare il dolore che si è soliti provare durante il funerale di una persona cara come metafora per il dolore nei confronti della salute perduta del Pianeta.

Come hanno continuato a spiegare, infatti, da &Co./NoA in un virgolettato alla stampa

«speriamo che il funerale possa aiutare a rafforzare la connessione emotiva con il mare che, in Danimarca, sta morendo. È una crisi di cui non ci si accorge perché avviene sotto la superficie, ma qui pesci e piante stanno letteralmente soffocando. Il messaggio più importante è, comunque, che la vita può tornare se si mobilitano la volontà e l’azione politica: è questo, in definitiva, quello che vogliamo fare lasciando riposare in pace il fiordo di Vejle».

Note
  1. The Drum

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