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Greenpeace lancia la sua nuova campagna contro la deforestazione in Sud America

Campagna di Greenpeace contro la deforestazione

La voce di Wagner Moura, il Pablo Escobar di Narcos, accompagna le sequenze di un cortometraggio d’animazione che fa riflettere sulle contraddizioni dell’industria alimentare contemporanea.

«C’è un mostro in cucina e non so cosa fare. Ha occhi malvagi e pieni di luce, la sua coda sembra un serpente e i suoi artigli sono così affilati e spaventosi che potrebbero fare a pezzi un bambino»: inizia così, con parole inquietanti e minacciose, il video della nuova campagna di Greenpeace contro la deforestazione, in particolare in aree a rischio del nostro pianeta come l’Amazzonia e, più in generale, il Sud America. Per raccontare questa storia triste e allarmante, Greenpeace UK e l’agenzia creativa Mother hanno deciso di realizzare un cortometraggio animato accompagnato dalla voce calda e ruvida di Wagner Moura, l’attore brasiliano che ha dato il volto al narcotrafficante Pablo Escobar nella serie cult Narcos

There’s a monster in my kitchen
There's a monster in my kitchen

Protagonista della narrazione è Jag-wah, un giaguaro costretto a scappare dalla foresta e a rifugiarsi in un’abitazione. Dall’incontro tra il “terribile” felino e il bambino che vive in quella casa inizia un racconto emozionante, che mostra al pubblico del web le contraddizioni dell’industria alimentare contemporaneaVisto l’iniziale spavento del piccolo di casa, Jag-wah comincia a spiegare le sue ragioni capovolgendo il punto di vista della narrazione e offrendo agli spettatori una prospettiva diversa sul problema. Il giaguaro, nell’idea creativa di Mother, ha infatti dovuto abbandonare la sua vera casa, la foresta, in cui ha abitato per tutta la vita e ridotta ora in cenere per mano dell’uomo, e cercare una nuova dimora.

Un'immagine dal video di Greenpeace contro la deforestazione

Un’immagine dal video di Greenpeace contro la deforestazione. Fonte: GreenPeace.org

Le ragioni di questa distruzione vengono subito chiarite nel video: l’obiettivo dell’uomo è creare nuovi campi in cui coltivare mangimi da destinare all’allevamento intensivo di polli, maiali e mucche. Carne che sarà poi destinata alle case delle famiglie occidentali e in generale del mondo benestante. 

Tornare indietro non è possibile, ma tutti, nel proprio piccolo, possono contribuire alla fine di questo processo modificando le proprie abitudini alimentari. «Ora so cosa fare – dice infatti il piccolo, ormai diventato amico del giaguaro –, mangeremo più verdure e sostituiremo la carne con lo stufato di fagioli o il barbecue di tofu». La ricetta di Greenpeace per salvare il pianeta e combattere la deforestazione è chiara e passa per un consumo più limitato e consapevole di carne, a cui possono essere preferiti prodotti vegetali dall’alto valore proteico, come i legumi.

Campagna di Greenpeace contro la deforestazione

Un’immagine dal video di Greenpeace contro la deforestazione. Fonte: Greenpeace.org

Greenpeace: i dati sulla deforestazione

Alla fine di settembre, in Brasile si contavano 226.485 km² di foreste bruciate, un’area grande quasi quanto l’intero Regno Unito. Un processo distruttivo che, allargando lo sguardo all’intero Sud America, assume tinte ancora più fosche: nell’ultimo decennio l’Amazzonia ha fatto registrare la peggiore stagione degli incendi di sempre, mentre nel 2020 il Pantanal, la più grande zona umida del mondo che si estende tra Brasile, Bolivia e Paraguay, ha avuto un tasso record di incendi. 

A rendere noti questi dati è il comunicato stampa di lancio della nuova campagna di Greenpeace contro la deforestazione. «La produzione di carne è il principale motore della deforestazione nel mondo» ha affermato Rômulo Batista, responsabile della campagna per l’Amazzonia di Greenpeace Brasile. «È fondamentale che le persone in tutto il mondo sappiano qual è la posta in gioco insieme al futuro delle nostre foreste. In meno di 20 anni l’Amazzonia potrebbe scomparire e questo fenomeno è dovuto in gran parte all’indifferenza delle aziende internazionali a cui non interessa che la carne che vendono provenga da aree disboscate e bruciate» ha concluso.

Riducendo in fumo le foreste non si mette soltanto a rischio l’habitat naturale di milioni di specie animali. Gli effetti di questo fenomeno sul pianeta sono vari e stratificati, come spiega bene la campagna di Greenpeace. La scomparsa dei porzioni crescenti dei nostri “polmoni verdi”, infatti, accresce il rischio di dissestamenti idrogeologici e determina un aumento esponenziale di CO2 nell’atmosfera, con il conseguente acuirsi dell’effetto serra, principale causa dei cambiamenti climatici e del cosiddetto “global warming”. 

Campagna di Greenpeace contro la deforestazione

Un’immagine dal video di Greenpeace contro la deforestazione. Fonte: Greenpeace.org

A essere in pericolo non sono solo le specie animali e vegetali che vivono quei territori, ma anche la sopravvivenza delle popolazioni indigene del Sud America, già messe a dura prova dall’avanzare del COVID-19. Ed è proprio l’imporsi della pandemia all’attenzione mediatica internazionale a far emergere un altro degli aspetti più terribili della deforestazione. Alcuni studi hanno infatti ipotizzato che la progressiva riduzione delle foreste potrebbe facilitare la diffusione di epidemie su scala globale. Il disboscamento, secondo questi studi, renderebbe più probabile l’incontro dell’uomo con animali selvatici, favorendo di fatto il salto di specie dei virus.

un format nato nel 2018

Non è la prima volta che Greenpeace coinvolge il pubblico con un video d’animazione. L’appello del giaguaro Jag-wah, infatti, può essere considerato un vero e proprio sequel del video dedicato al piccolo orango Rang-tan, diffuso dalla ONG nel 2018. Lo stile visivo, le vicende raccontate e il messaggio condiviso in questo primo spot sono molto simili a quelli della nuova campagna: nel caso di Rang-tan, però, l’obiettivo era informare sull’uso dell’olio di palma da parte dell’industria alimentare e della cosmesi e sensibilizzare così il pubblico. 

Rang-tan: the story of dirty palm oil
Rang-tan: the story of dirty palm oil

L’attacco in questo caso è rivolto a quei brand come Unilever e Nestlé che, al momento della messa online dello spot, non avevano previsto una riduzione di questo ingrediente, contribuendo alla progressiva scomparsa delle foreste pluviali nel sud-est asiatico.

Narrata dalla voce di Emma Thompson, la storia di Rang-tan è riuscita nel corso del 2018 a far parlare molto di sé, in particolare nel Regno Unito. Il video era stato scelto come spot natalizio dalla catena di supermercati Island Food, il primo grande gruppo di distributori del Regno Unito a eliminare l’olio di palma da tutti gli alimenti con il proprio marchio. Clearcast, l’organismo britannico di vigilanza sulla pubblicità in tv, ha però vietato la messa in onda dello spot perché quest’ultimo avrebbe veicolato un messaggio politico, violando la legge sulle comunicazioni del 2003. Il contenuto, come ha spiegato successivamente un responsabile di Clearcast, è legato a un’organizzazione che non è stata ancora in grado di dimostrare la propria conformità su questo tema. In risposta al divieto, la catena di discount ha deciso di realizzare un orango meccanico, che ha esibito in segno di protesta in diversi punti vendita e località britanniche, destando l’interesse dei clienti e dei passanti.

Orangutan spotted up London Christmas Tree #NoPalmOilChristmas
Orangutan spotted up London Christmas Tree #NoPalmOilChristmas

Campagna DI Greenpeace contro la deforestazione: i numeri del successo

Dopo due anni Greenpeace è tornata sul tema della deforestazione con un video di alta qualità e dal grande potere evocativo. A curare gli aspetti produttivi è stato lo studio cinematografico specializzato in film d’animazione Cartoon Saloon, nominato agli Oscar ben quattro volte.

Una delle scene più evocative del video realizzato da Cartoon Saloon per Greenpeace

Una delle scene più evocative del video realizzato da Cartoon Saloon per Greenpeace. Fonte: Greenpeace.org

La qualità produttiva e il tema di grande attualità non potevano non determinare numeri importanti sui social. Il video, pubblicato sul canale Instagram internazionale di Greenpeace il 22 ottobre 2020, ha infatti totalizzato oltre 888mila visualizzazioni in pochi giorni (dato aggiornato al 1° novembre). Valore a cui vanno aggiunte tutte le visualizzazioni ottenute dalla condivisione dello stesso contenuto su tutti gli altri canali della rete social della ONG, molto seguita anche nei diversi canali locali, dedicati ai singoli territori.

Tra questi è possibile citare il gruppo dedicato all’Italia, che ha scelto di affidare a Giobbe Covatta il compito di dare voce al racconto di Jag-wah. Una scelta per niente casuale, visto che dal 1994 l’attore è al fianco della ONG Amref, per sensibilizzare il pubblico sul tema della salute in Africa. Un volto noto e amato, quindi, soprattutto dalle persone più attente ai temi del sociale e dei diritti umani, che potranno così sicuramente apprezzare il suo coinvolgimento al fianco di Greenpeace.

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