Home / Macroambiente / Telemarketing molesto: per la prima volta il Garante Privacy confisca database di contatti

Telemarketing molesto: per la prima volta il Garante Privacy confisca database di contatti

telemarketing regole

Destinatarie del provvedimento due società che proponevano contratti elettrici senza rispettare le previsioni del GDPR su consenso e corretto trattamento dei dati personali. La confisca è arrivata insieme a una multa.

È la prima volta in Italia che il Garante Privacy confisca database alle società di telemarketing operanti in aperto contrasto con la normativa vigente in materia di tutela dei dati personali e con il Codice di condotta per arginare il fenomeno delle chiamate commerciali moleste adottato dagli operatori del settore.

Con una mossa inedita il Garante Privacy confisca database alle società di telemarketing molesto: la vicenda

L’operazione ha visto coinvolte, come racconta un comunicato stampa dello stesso Garante per la protezione dei dati personali, quattro1 diverse società che, secondo quanto segnalato dalla Guardia di Finanza di Soave e poi accertato dall’authority in collaborazione con il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche, contattavano illecitamente decine di migliaia di utenti al fine di proporre loro offerte commerciali di due fornitori di energia.

Le offerte commerciali in sé, tra l’altro, erano di dubbia natura e sembravano avere come fine ultimo l’aumento delle provvigioni per le società e i loro procacciatori, tanto più che agli utenti venivano proposti spesso a distanza di poco tempo passaggi inversi tra i due fornitori.

Numerosi passaggi, «dal contatto al contratto», avvenivano in contrasto con le previsioni del GDPR e delle corrispondenti normative italiane e in violazione del diritto alla riservatezza dei dati personali degli utenti.

Com’è stato ricostruito, infatti, le liste di contatti erano state prodotte2 illegalmente e da soggetti stranieri e ciò aveva comportato che le chiamate commerciali fossero indirizzate a utenti che non sempre avevano espresso esplicitamente il consenso al trattamento a fini di marketing dei propri dati personali.
Quando si era giunti a stipulare dei contratti, gli stessi non presentavano indicazioni chiare quanto a responsabili e sub-responsabili del trattamento dei dati personali e, più in generale, c’era un sistema di distribuzione delle responsabilità tra le parti in questione «fittizio» e «meramente formalistico», come lo ha definito il Garante, che difficilmente poteva scongiurare carenze per quanto riguarda la tutela dei dati personali degli utenti.

Da qui la decisione inedita del Garante Privacy: la confisca database alle società telemarketing oltre alle più consuete sanzioni che hanno avuto in questa occasione valore complessivo di 1.8 miliardi di euro (su un massimo di 20 miliardi o del 4% del fatturato globale per come previsto dalla legge).

Tutte le quattro aziende, non solo le due che hanno effettivamente subito il provvedimento di confisca, ha sottolineato il Garante, fanno parte di quel «sottobosco» che, com’è stato denunciato più volte anche dalla stessa authority, nutre il fenomeno del telemarketing molesto e rende difficile applicare gli strumenti, pure esistenti, contro le telefonate commerciali indesiderate.

Basti pensare che anche dopo l’introduzione a luglio 2022 del nuovo registro pubblico delle opposizioni, secondo delle stime, gli italiani avrebbero continuato a ricevere almeno due chiamate commerciali indesiderate al giorno: nella maggior parte di casi avevano per oggetto proprio offerte di luce e gas, come nella vicenda in questione.

Di fronte a evidenze di questo tipo, ha continuato il Garante, non si possono non evidenziare anche le responsabilità delle aziende committenti che perseverano nell’affidarsi a operatori dubbi e non controllano che le attività di telemarketing siano condotte in maniera rispettosa delle regole.

Parallelamente al lavoro con gli operatori «virtuosi» del settore per arrivare a definire regole condivise, così, continua a essere necessario «un ulteriore innalzamento della strategia di contrasto […] al telemarketing illegale». La speranza sembra essere, insomma, che il fatto che per la prima volta in Italia il Garante Privacy confisca database alle società di telemarketing che non operano in maniera conforme alle normative di settore e sulla privacy funga da deterrente.

Note
  1. Garante per la protezione dei dati personali
  2. CyberSecurity360

© RIPRODUZIONE RISERVATA È vietata la ripubblicazione integrale dei contenuti

Resta aggiornato!

Iscriviti gratuitamente per essere informato su notizie e offerte esclusive su corsi, eventi, libri e strumenti di marketing.

loading
MOSTRA ALTRI