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Perché una startup rischia il fallimento? Ecco dieci motivi

Perché una startup rischia il fallimento? Ecco dieci motivi

Dalla mancanza di un business model alla cattiva conoscenza del mercato: ecco i principali motivi del fallimento di una startup.

Dietro il successo di una startup ci sono obiettivi chiari, investimenti economici e non, una vision concreta e orientata al mercato.

Quello di cui si dice poco, invece, è cosa si nasconde dietro al fallimento di una startup. Secondo una vecchia stima di Italia Startup, infatti, anche quando ha alle spalle una solida idea di business, solo un’impresa su due arriva al successo. Nel caso contrario, la percentuale di fallimento rischia di salire addirittura fino all’80%, come dimostrano alcuni clamorosi floop di startup della sharing economy.

CB Insights database dedicato a venture capital e angel investment – analizzando oltre 100 casi di fallimento di startup di diverso genere ha provato a identificare le principali ragioni d’insuccesso. I risultati mostrano chiaramente che “non c’è mai una singola ragione che porta al fallimento di una startup – come spiegano da CB Insights – ma, nella maggior parte dei casi, si tratta di una combinazione di ragioni diverse». 

Dieci motivi che possono causare il fallimento di una startup
  1. Non soddisfare un bisogno del mercato. Molte startup nascono sotto la stella di una tecnologia infallibile, di un grande dataset, di una buona reputazione del proprio leader o, in alcuni casi, offrono soluzioni potenzialmente efficienti a un problema. Se non incontrano un bisogno specifico del mercato, però, sono destinate a fallire. Così è stato per il 42% del campione di CB Insights.
  2. Mancanza di liquidità. Gli investimenti in denaro di cui può godere una startup sono limitati, per questo andrebbero gestiti con giudizio. La mancanza di liquidità (o la sua cattiva gestione), così, rischia di diventare motivo di fallimento per il 29% delle startup ed è collegata in genere con altri aspetti negativi quali l’incapacità di soddisfare un bisogno del mercato o la mancanza di leadership.
  3. Il team non è quello giusto. Nel team originario di una startup devono esserci tutte le skill operative, tecniche, soft indispensabili alla sopravvivenza della stessa startup, altrimenti la corsa al fallimento è assicurata. Anche «un fondatore con la passione per il business», però, è un elemento indispensabile.
  4. Il mercato è saturo. È una ricorrente del business: più un’idea è buona e ottiene risultati evidenti, più soggetti proveranno a entrare nel settore. Una startup, quindi, dovrebbe guardare con attenzione alla concorrenza, pur senza esserne ossessionata. Ignorare gli aspetti competitivi del mercato di riferimento, infatti, può essere motivo d’insuccesso nel 19% dei casi.
  5. Il problema del prezzo . C’è chi dice che quella del pricing è un’arte oscura: stabilire il giusto prezzo per un prodotto o un servizio, infatti, non è mai semplice, specie per una startup. L’equilibrio ideale? Quello che fa incontrare la disponibilità a pagare da parte dei clienti con i costi dell’azienda appena nata.
  6. Un prodotto non user-friendly. Una startup che ignora, pur inconsapevolmente, i bisogni e i desideri dell’utente è una startup destinata al fallimento. Succede, per esempio, con prodotti sgradevoli alla vista, troppo difficili da usare, che richiedono eccessivi sforzi di conversione.
  7. La mancanza di un modello di business. È uno degli aspetti vitali di una startup: senza un modello di business scalabile e che faccia riferimento a business collaterali su cui puntare nel caso in cui fallissero le attività core, infatti, si rischia di creare dubbi negli investitori e impossibilità di capitalizzare da parte della startup.
  8. Ignorare il marketing. Conoscere il proprio target , comprendere come attrarlo e sapere come trasformarlo in cliente è indispensabile per la sopravvivenza di una startup. Non investire nel marketing o, più in generale, in attività di promozione del proprio business è causa di fallimento nel 14% dei casi.
  9. Essere inflessibili e ignorare i feedback degli utenti. Una startup non è un tunnel attraverso cui viaggiare dritti, schivando gli ostacoli: è essenziale per la sopravvivenza ascoltare i feedback dei propri clienti, in modo da poter riorganizzare il proprio business per soddisfare al meglio l’esigenza del mercato (si veda il punto 1).
  10. Tempistiche sbagliate. Quando si rilascia un nuovo prodotto, è essenziale badare al fattore tempo. Rilasciare un nuovo prodotto/servizio troppo presto potrebbe significare rilasciarlo incompleto o imperfetto, provocando la delusione del cliente con tutte le difficoltà che comporta cancellare, in seguito, una prima impressione negativa. Allo stesso modo, però, con un rilascio troppo tardivo si rischia di perdere l’attimo (e opportunità di business non indifferenti).

Le altre ragioni per cui le startup falliscono

Tra le altre numerose ragioni d’insuccesso di una startup ci sono – secondo CB Insights – la mancanza di focus (causa del 13% dei fallimenti), un disaccordo anche solo parziale tra gli investitori e i fondatori (specie se più di uno), la cattiva riuscita di anche una sola delle fasi di individuazione del target, stabilimento e comunicazione/posizionamento del brand . Contrariamente a quanto si possa pensare, poi, anche la mancanza di passione e il dominio assoluto dell’expertise possono essere una causa di fallimento delle startup, almeno nelle fasi iniziali (così è stato per il 9% del campione). Così come un ruolo importantissimo nel successo di una startup lo gioca il posto in cui opera: non si tratta solo dell’eventuale presenza di leggi, regolamenti, incentivi che incidono sul percorso di vita di una startup, ma di una certa congruenza con cui l’idea alla base può essere accolta dal mercato. Prevedibilmente, anche la capacità di fare rete o, più semplicemente, di sfruttare contatti e network dei fondatori ha un peso non indifferente per il successo.

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