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Sulla Treccani arrivano gli "smombie", zombie che non alzano lo sguardo dallo smartphone neanche per strada

smombie

Il dizionario Treccani registra l'uso del neologismo "smombie": indica letteralmente gli "zombie" dello "smartphone", talmente distratti dallo schermo anche in strada da non accorgersi del pericolo per sé e per gli altri.

«Chi cammina per strada senza alzare lo sguardo dallo smartphone, rischiando di inciampare, scontrarsi con altre persone, attraversare la strada in modo pericoloso»: è questa la definizione che dà di smombie Treccani.

Il neologismo, composto da “smartphone” e “zombie”, è appena stato inserito nel vocabolario – online – dell’Enciclopedia, com’era già successo in precedenza con termini simili e a riprova che la Rete e il sempre maggiore tempo trascorso negli ambienti digitali stiano cambiando anche la lingua.

Il termine “smombie” avrebbe, però, origini più antiche: il suo uso è attestato in Germania fin dal 2008 e già nel 2015 il dizionario di tedesco edito da Langenscheidt lo aveva eletto vocabolo giovanile dell’anno.

Smombie: Treccani registra l’uso del neologismo anche in Italia

Anche in Italia gli “zombie dello smartphone”, ossia coloro che non riescono ad alzare lo sguardo dallo schermo del telefono neanche mentre camminano per strada rischiando di mettere in pericolo se stessi e gli altri, sono osservati speciali già da tempo, soprattutto in ambito giornalistico. Nel dare la propria definizione di smombie Treccani fornisce, come fa di consueto, una serie di esempi concreti e contestualizzati di utilizzo del vocabolo: provengono perlopiù dalle pagine dei giornali.

Nel 2018, per esempio, La Repubblica usava il termine “smombie” per riportare una notizia secondo cui a Seul l’autorità garante delle telecomunicazioni aveva dovuto escogitare un sistema1 in grado di bloccare lo smartphone quando il proprietario compiesse più di cinque passi per far fronte a quella che era diventata una vera e propria emergenza pubblica: i pedoni distratti dal telefonino.

L’anno successivo sia La Stampa e sia il Corriere della Sera riprendono il termine, l’ultimo in particolare per raccontare come almeno il 38%2 di chi è solito camminare con lo smartphone in mano almeno una volta si sarebbe scontrato con altre persone.

Più recenti, del 2020 e del 2021, sono invece le notizie, riportate tra gli altri da Wired, di soluzioni a prova di smombie come una speciale notifica che avvisa dei pericoli incombenti chi cammina con lo smartphone in mano o delle corsie e dei gadget3 dedicati a chi non riesce a staccare gli occhi dallo schermo del telefono neanche mentre è in strada.

Come già successo per altri termini e neologismi della lingua “della Rete”, insomma, anche nel caso di smombie Treccani si limita a registrare l’uso del termine anche in italiano.

Continuare a usare lo smartphone anche in strada? Segno di una vera e propria dipendenza

Un uso, tra l’altro, che è facile indovinare sia stato – e continuerà a essere – crescente nel tempo. Gli smombie sono prodotto della sempre maggiore quantità di tempo trascorso connessi, tale da configurare una vera e propria dipendenza dalla Rete e dai dispositivi che permettono di accedervi. Qualcuno ha ipotizzato addirittura una dipendenza dalla carica della batteria degli smartphone e altri device simili che limiterebbe spostamenti e attività quotidiane per paura di ritrovarsi lontani da casa con il telefono scarico.

Proprio la paura di perdersi qualcosa (o nomofobia ) potrebbe essere, del resto, tra le ragioni che impediscono di staccare lo sguardo dallo schermo del telefono anche mentre si è in strada: una paura probabilmente più forte, e agli occhi degli smombie più concreta, di quella dei pericoli che si corrono attraversando o camminando nel traffico senza guardare.

Note
  1. La Repubblica
  2. Martina Pennisi, Corriere della sera, 24 agosto 2019, p. 25, Cronache
  3. Wired

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