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In occasione del Safer Internet Day Save The Children fotografa il rapporto dei bambini italiani con le tecnologie digitali

minori e social media

I bambini italiani cominciano a utilizzare gli smartphone sempre prima, si iscrivono ai social anche se non hanno 13 anni e li usano tutti i giorni per molto tempo: i dati di Save The Children per il Safer Internet Day 2024.

In Italia si abbassa sempre di più l’età media in cui i bambini cominciano a utilizzare le tecnologie digitali e cresce, invece, la quantità di tempo trascorso in Rete. Un ruolo critico lo hanno avuto, soprattutto nell’ultimo senso, la pandemia e il modo in cui lockdown e quarantene hanno cambiato anche le abitudini digitali dei più giovani. A suggerirlo sono dei dati su minori e digitale condivisi da Save The Children in occasione del Safer Internet Day 2024, una giornata dedicata all’uso consapevole delle tecnologie che si celebra1 ogni anno in Europa il 6 febbraio.

Quattro pre-adolescenti italiani su dieci utilizzano i social anche se non avrebbero l’età per farlo

Come già altri dati, anche quelli condivisi dall’organizzazione confermano che molti bambini frequentano i social pur non avendo l’età minima prevista per l’iscrizione (13 anni per la maggior parte delle piattaforme).

Oltre il 40% degli 11-13enni italiani utilizzano, infatti, abitualmente questi servizi e lo fanno o tramite il profilo di un adulto, tipicamente quello di un genitore che ne sia consapevole o meno, o tramite un proprio profilo aperto indicando un’età superiore.

Le femmine tenderebbero a iscriversi e utilizzare i social network anche se non hanno l’età minima per farlo più dei loro coetanei maschi (con una percentuale del 47.1% rispetto al 34.5%).

I bambini italiani cominciano a utilizzare lo smartphone sempre prima e passano sempre più tempo connessi

I dati su minori e digitale condivisi da Save The Children in occasione del #SID24 mostrano anche come si sia abbassata sempre di più l’età in cui i bambini entrano in possesso o cominciano a utilizzare lo smartphone.

Oggi oltre il 30% dei bambini italiani tra i 6 e i 10 anni utilizza un telefono cellulare di ultima generazione, percentuale che nel biennio 2018-2019 era di appena il 18.4%.

La pandemia di COVID-19 sembra aver contributo ad accelerare il primo contatto con le tecnologie, come risulta ancora più evidente guardando alla percentuale di 11-17enni che utilizzano lo smartphone tutti i giorni: attualmente è di oltre l’89% in una fascia d’età che, durante i primi lockdown, ha passato molte ore davanti agli schermi impegnata tra DAD, attività ricreative e di svago, videochiamate con i nonni.

Quasi sempre quando utilizzano lo smartphone bambini e pre-adolescenti sono connessi a Internet. La percentuale di minori italiani che utilizzano Internet tutti i giorni è infatti del 78.3% nella fascia d’età che va dagli 11 ai 13 anni, del 91.9% in quella 14-17 e del 44.6% nella fascia 6-10 anni.

I dati su minori e digitale condivisi da Save The Children per il Safer Internet Day 2024 svelano cosa fanno online i più piccoli

Cosa fanno i più giovani quando utilizzano lo smartphone e sono connessi a Internet è, però, la domanda principale su cui si concentrano le ricerche sul tema.

Secondo Save The Children, soprattutto nella fascia d’età che va dai 14 ai 17 è comune l’utilizzo delle app di messaggistica istantanea (utilizzate dal 93% del campione), guardare i video (84%), scrollare i social (79%), giocare ai videogiochi (72.4%), fare acquisti online (28%), ma anche leggere notizie (37%), seguire corsi online (27%) e scaricare ebook (22%).

Utilizzare lo smartphone e navigare in Rete è, cioè, per molti pre-adolescenti e adolescenti italiani un modo per aprirsi al mondo, imparare cose nuove, scoprire nuovi interessi e può avere per questa ragione numerosi effetti positivi.

Altri giovanissimi rischiano di sviluppare, al contrario, un rapporto «problematico» – così lo definiscono dall’organizzazione – con le tecnologie: basti pensare che almeno un giovane su due in Italia ammette di aver fallito nel tentativo di utilizzare meno i social e che, soprattutto tra le ragazze con un’età intorno a 13 anni, c’è chi ammette di fare un uso “intensivo” di queste piattaforme soprattutto per riuscire a “scappare dai sentimenti negativi”.

Minori in Rete: quali rischi corrono?

Isolamento sociale, dipendenza dai social network e nomofobia , ludopatia, cyberbullismo , grooming sono i principali tra i pericoli a cui vanno incontro in Rete i minori – e sarebbero almeno il 13.5% in Italia secondo Save The Children – che fanno un uso problematico di tecnologie e strumenti digitali.

L’hikikomori, una sorta di ritiro volontario e duraturo dalla vita sociale, è un fenomeno sempre più attenzionato dagli addetti ai lavori e che anche in Italia interesserebbe sempre più ragazzi, soprattutto tra i 15 e i 17 anni.

Poco meno di un minore su quattro in Italia è a rischio di sviluppare dipendenza dai videogiochi. La fascia più a rischio, secondo i dati su minori e digitale condivisi da Save The Children in occasione del Safer Internet Day 2024, sarebbe quella che va dagli 11 ai 15 anni. I maschi hanno più probabilità delle femmine di diventare dipendenti dal gioco.

Gli episodi di cyberbullismo risultano da anni in costante crescita, soprattutto nella fascia d’età che va dagli 11 a 13 anni e tra le ragazze. A partire dai 15 anni non solo si fanno più sottili le differenze tra maschi e femmine quanto a probabilità di essere vittime di cyberbullismo (a quest’età lo sarebbe stato nel 2022 l’11.4% delle ragazze e il 9.2% dei ragazzi), ma si assiste soprattutto a un calo del fenomeno: c’entrano sia la maggiore capacità di difendersi dagli attacchi, e denunciarli e sia il fatto che si ha più consapevolezza delle proprie azioni e delle loro conseguenze.

L’adescamento online ha come vittime soprattutto ragazze e ragazzi tra gli 11 e i 13 anni: c’entra anche il fatto che quella pre-adolescenziale è la fascia d’età in cui si ha più probabilità di sperimentare interazioni sessuali tecno-mediate (sarebbero state di questo tipo 206 sulle 351 interazioni analizzate in totale dalle forze dell’ordine italiane). Da qualche tempo, però, la Polizia Postale registrerebbe in Italia un calo dell’età delle vittime: circa il 9% di chi ha subito grooming ha, infatti, meno di 10 anni. Gli adescatori sfruttano per entrare in contatto con le proprie vittime soprattutto social media e videogiochi online, luoghi in cui hanno più possibilità di manipolare le conversazioni.

La sicurezza dei bambini in Rete richiede un approccio sinergico

Sono soprattutto rischi come quelli appena citati a confermare che la sicurezza dei minori in Rete è una questione che non può non richiedere un approccio sinergico da parte di genitori, scuola ed educatori, istituzioni, big tech.

È la direzione verso cui ci si sta muovendo aggiornando il quadro normativo in materia (in Europa ci pensano soprattutto Digital Services Act e Digital Markets Act), chiedendo più responsabilità ai gestori delle piattaforme (Mark Zuckerberg, tra gli altri, è stato chiamato2 in questi giorni a rispondere al Senato americano delle vittime che avrebbe causato un uso scorretto delle piattaforme digitali di proprietà di Meta), favorendo occasioni di confronto e dibattito come lo è appunto il Safer Internet Day celebrato in Europa ogni 6 febbraio.

Coma ha sottolineato infatti a commento dei dati su minori e digitali condivisi in questi giorni Raffaela Milano, direttrice programmi e advocacy Italia-Europa di Save the Children:

«l’ambiente digitale rappresenta per le giovani generazioni una straordinaria opportunità di abbattimento delle disuguaglianze e di ampliamento degli orizzonti, ma è necessario che tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti siano accompagnati nella acquisizione delle competenze indispensabili per navigare in rete in modo creativo e consapevole.

Per questo motivo è necessario coinvolgere e formare le figure adulte di riferimento, a partire dai genitori e dai docenti, anche sulle nuove frontiere dell’intelligenza artificiale.

Allo stesso tempo, consapevoli di come l’età media del primo accesso alla rete con la pandemia si sia drammaticamente abbassata, occorre un forte impegno congiunto da parte delle istituzioni e delle piattaforme per prevenire i gravi rischi che i bambini e le bambine possono incontrare on line e consentire loro una navigazione sicura». 

Note
  1. Safer Internet Day
  2. BBC

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