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Il driver "parla troppo"? Uber lancia la modalità silenziosa dell'autista

Uber lancia la modalità silenziosa del driver

Uber lancia la modalità silenziosa dell'autista per i passeggeri che vogliono dormire o rilassarsi durante il viaggio, senza chiacchiere.

A chi non è mai capitato di prendere un taxi e ritrovarsi un autista con molta voglia di parlare? Se alcuni passeggeri possono considerare simpatica l’iniziativa di dialogo del conducente, c’è invece chi preferisce fare un viaggio più tranquillo, senza dover per forza trascorrerlo a parlare con uno sconosciuto. Pensando a questi clienti, Uber lancia la modalità silenziosa del driver che consente ai passeggeri di scegliere un viaggio “senza chiacchiere”. Anche se la funzionalità può in certi casi rappresentare un vantaggio per molti clienti, c’è chi parla di disumanizzazione dei dipendenti, proprio a causa della possibilità di poterli far stare in silenzio, “premendo un semplice pulsante”.

Uber lancia la modalità silenziosa: una funzionalità attesa

La nuova funzionalità è gratuita, ma non è accessibile a tutti i clienti: è già disponibile negli Stati Uniti ma soltanto per chi prenota un viaggio in modalità premium, ossia Uber Black o Uber Black SUV. “Preferisce il silenzio“, “contento di parlare” o “senza preferenza” sono le tre opzioni ora a disposizione dei passeggeri Uber che possono impostare le proprie preferenze utilizzando l’app. Il “quite mode” (o “modalità silenziosa”) rientra tra la preferenze che il cliente può impostare prima di effettuare la prenotazione di un veicolo Uber: non è possibile dunque scegliere questa modalità mentre si è già all’interno del veicolo o mentre si attende l’arrivo dell’autista.

Questa funzionalità va ad aggiungersi ad altre che consentono di personalizzare al massimo il viaggio secondo il gradimento del viaggiatore: per esempio è possibile fare richiesta di controllo della temperatura dell’auto o informare di avere delle valigie da mettere nel bagagliaio, in modo che il driver possa parcheggiare in un posto adatto e scendere per aiutare a sistemarle.

Persone in “modalità silenziosa”: opinioni contrastanti sulla nuova funzionalità

La nuova modalità di viaggio proposta da Uber è stata oggetto di dibattito sui social media , in particolare su Twitter, dove le opinioni sono contrastanti. Molti sono gli utenti che si congratulano per la scelta aziendale: «Ottime notizie», scrivono alcuni. Infatti, sembra che la nuova funzionalità fosse attesa da molti clienti Uber, come riportato da The Crunch, tanto che la “voglia di parlare” di alcuni conducenti Uber era già stata in precedenza oggetto di parodie.

Altri utenti invece vedono in questa mossa un sintomo della difficoltà o del rifiuto di molti individui a interagire con persone al di fuori del proprio circolo di conoscenze.

Sono nate, poi, inevitabilmente questioni di carattere etico: per esempio, è lecito decidere se un essere umano possa parlare o debba “essere in modalità silenziosa? Molti sono gli utenti che sostengono di no, dato che il concetto stesso di “modalità silenziosa” usata come comando per “zittire” una persona (anziché una macchina o un robot) può essere in effetti visto come “poco umano”.

In alcuni contesti specifici, però, la nuova modalità potrebbe avere qualche vantaggio. È possibile, infatti, che passeggeri uomini si pongano meno il problema, mentre invece una donna potrebbe non sentirsi a suo agio nel conversare con un autista, magari insistente. In questa o in qualsiasi altra situazione un cliente potrebbe effettivamente sentirsi a disagio nel chiedere direttamente all’autista di non disturbare durante il viaggio.

Utenti come la life coach Felicity Morse si sono posti in maniera critica rispetto alla questione: in un tweet, per esempio, faceva notare come sia importante riuscire a comunicare agli altri ciò che vogliamo o meno in un determinato momento.

Comunque, Uber lancia la modalità silenziosa ma offre ai suoi clienti totale libertà di scelta: c’è chi non vuole parlare, chi è contento di farlo, chi, lasciando l’impostazione “senza preferenza“, vuole decidere nel corso del viaggio (e senza ricorrere ad alcun pulsante) se parlare o meno con la persona che guida l’auto.

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