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Shure vuole preservare le lingue in via di estinzione usando i suoi microfoni: l'iniziativa raccontata nella nuova campagna

Campagna di Shure No voice left behind
Fonte: Shure

“No voice left behind” è la campagna lanciata da Shure in collaborazione con l'ONG Living Tongues: l'obiettivo è quello di sfruttare i microfoni dell'azienda per registrare e conservare le lingue in via di estinzione.

Le lingue rappresentano un elemento fondamentale della cultura di ogni popolo ed è per questa ragione che la campagna di Shure “No voice left behind” punta ad accrescere la consapevolezza sul problema dell’estinzione delle lingue sottorappresentate.

Con il supporto di Shure, azienda specializzata in prodotti audio e, in particolare, nella produzione di microfoni, l’organizzazione no profit Living Tongues Institute for Endangered Languages sta cercando infatti di aiutare diverse comunità in India a preservare le proprie lingue che, a causa del numero molto limitato di parlanti, potrebbero presto scomparire.

“No voice left behind” è la campagna di Shure lanciata in collaborazione con Living Tongues

«Circa quasi la metà delle 7000 lingue esistenti nel mondo sono a rischio di scomparire entro il 2100», secondo le stime di Living Tongues1: come si apprende da un comunicato stampa condiviso da Shure nel mese di marzo, alcune delle lingue in via di estinzione «possiedono delle comunità sempre minori di parlanti fluenti» e questo, nel tempo, potrebbe risultare nella loro totale scomparsa.

Di fronte a questa realtà, lo scopo principale della campagna di Shure “No voice left behind è che «nessuna voce venga lasciata indietro», come si deduce dal titolo che richiama, in maniera indiretta, il core business dell’azienda di microfoni.

L’azienda ha dunque deciso di sostenere il lavoro di Living Tongues Institute for Endangered Languages: questa ONG ha iniziato a sfruttare i microfoni “MoveMic” di Shure per analizzare e preservare la complessità della famiglia di lingue chiamata Munda (parlata in India, Nepal e Bangladesh) e, in particolare, del Santali, che fa parte di essa.

Helping Safeguard the Munda Languages of India Using MoveMic | Shure
Helping Safeguard the Munda Languages of India Using MoveMic | Shure

Per raccontare quest’iniziativa è stato lanciato uno spot di due minuti condiviso sul canale YouTube di Shure nel mese di marzo, per richiamare l’attenzione sulla situazione precaria in cui si ritrovano queste lingue. L’iniziativa punta a creare consapevolezza sul tema, ma soprattutto a dare ai parlanti nativi locali gli strumenti per poter custodire al meglio, e da soli, il proprio patrimonio culturale e linguistico.

I microfoni di Shure vengono così utilizzati per «creare un archivio di registrazioni che possono essere sfruttate dalla comunità per preservare la loro lingua e per trasmetterla alla generazione successiva» come ha spiegato il fonetista di Living Tongues Luke Horo nello spot sopracitato.

Il ruolo delle lingue per i parlanti e la missione di Living Tongues

«In maniera inconscia, le persone collegano la propria identità alla propria lingua ed è molto difficile comprendere l’impatto emotivo di perdere la propria lingua madre» ha dichiarato, ancora nello spot, Pamir Gogoi, fonetista di Living Tongues.

Nonostante l’importanza di ogni lingua dal punto di vista identitario ed emotivo per i relativi parlanti, purtroppo, secondo quanto riportato nel filmato di Shure, condiviso nell’ambito della campagna “No voice left behind”, gli esperti credono che viviamo in un’epoca di «estinzione di massa delle lingue». La presenza di politiche, da parte dei governi, che disincentivano l’uso delle lingue minoritarie (specie di quelle parlate in aree più remote), è una delle cause di questo problema.

Inoltre, come ha spiegato nel comunicato rilasciato da Shure il fondatore di Living Tongues, Gregory Anderson,

uno degli aspetti che accomuna le comunità [di lingue] a rischio di estinzione è che loro sentono di non aver una scelta: o abbandonano la propria identità per avere successo a livello sociale ed economico oppure la mantengono e rimangono indietro.

Per questo motivo, la tutela del patrimonio linguistico presente nei vari Paesi è la missione di Living Tongues, che ha diverse squadre sparse in tutto il mondo, e insieme a Shure, attualmente, l’ONG sta dedicando particolare attenzione proprio all’India, uno dei Paesi con maggior diversità linguistica al suo interno.

Cosa si può fare per tutelare le lingue in via di estinzione? Il contributo di Shure

Shure ha deciso di prendere parte a questa sfida, mettendo alla prova i propri prodotti, soprattutto i microfoni a clip “MoveMic” che consentono di registrare l’audio direttamente sugli smartphone.

Come ha spiegato l’esperto Luke Horo, per poter realizzare il tipo di analisi linguistica necessaria per lo scopo di preservazione delle lingue, occorre raccogliere un «campione rappresentativo di alta qualità». In quest’ottica, i microfoni di Shure hanno svolto un ruolo chiave, poiché «sono piccoli, discreti e facili da indossare», permettendo ai parlanti di «vocalizzare in modo naturale senza distrazioni». In questo modo, l’azienda contribuisce alla creazione di un archivio linguistico che permetterà ai parlanti di proteggere la propria lingua dall’estinzione.

«Parlare più di una lingua era la normalità, prima» ma questa tendenza, secondo Gregory Anderson, è cambiata nel corso degli anni. Per contrastare questo problema, oltre alla possibilità di sostenere economicamente il lavoro di Living Tongues, l’esperto sottolinea l’importanza di incentivare il multilinguismo e di far sì che le persone si sentano libere e fiere di parlare la propria lingua.

Note
  1. Shure

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