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Meta Quest 3 vs Apple Vision Pro: le differenze, i vantaggi e le critiche mosse ai due visori

Meta Quest 3 vs Apple Vision Pro
Fonte: Meta e Apple

Non è solo il prezzo a rendere questi prodotti così diversi: a differire sono la tecnologia e il target. Cosa contraddistingue Apple Vision Pro e Meta Quest 3 e quali sono le prime impressioni a riguardo?

A distanza di pochi giorni, due giganti tech hanno annunciato il lancio di due innovativi visori che hanno acceso la curiosità del pubblico riguardo a come saranno le nuove esperienze di realtà mista e realta virtuale . In un comunicato stampa rilasciato il 1° giugno, Meta ha presentato Meta Quest 3, descritto come il «primo visore mainstream per la realtà mista a colori». Quello annunciato invece da Apple, in un comunicato diffuso il 5 giugno, è stato presentato invece come il «primo computer spaziale di Apple» ed è stato chiamato Apple Vision Pro.

Sono tanti gli elementi che rendono questi due prodotti molto diversi tra loro e anche se non sono mancate le critiche da parte del pubblico, sono emerse anche grandi aspettative nei confronti dei due dispositivi, entrambi pensati per cercare di fondere, in un modo nuovo e più sofisticato, la realtà fisica e quella virtuale.

Principali caratteristiche e utilizzi di Meta Quest 3 e Apple Vision Pro

Mark Zuckerberg e Tim Cook, rispettivamente amministratori delegati di Meta e di Apple, hanno entrambi presentato i visori lanciati dalle proprie aziende come qualcosa di rivoluzionario. I due prodotti presentano, però, caratteristiche diverse.

Meta Quest 3: un visore «destinato al mercato di massa»

Il Meta Quest 3 corrisponde, secondo il documento rilasciato da Meta, al «visore più potente» sviluppato dall’azienda. Si tratta di un visore wireless che, guardando il prezzo , sembra collocarsi a metà tra il Meta Quest 2 (lanciato nel 2020) e il Meta Quest Pro1. Quest’ultimo, lanciato nel 2022 (attualmente venduto a un costo di 1199.99 euro), sembra essere pensato per un uso più professionale, mentre il Meta Quest 3, che avrà un prezzo di base (per il visore da 128 GB) di 569.99 euro, punta a un utente che non necessariamente deve utilizzarlo a livello professionale e quindi su un utilizzo che sembra più legato all’intrattenimento. Secondo il brand , però, il Quest 3 «compie un ulteriore passo in avanti» rispetto al Quest Pro, poiché possiede due fotocamere a colori RGB da 4MP e un sensore di profondità per una rappresentazione più accurata dello spazio di gioco.

A tal proposito, nel comunicato Meta menziona soprattutto esempi di utilizzo legati al mondo del gaming: tra le varie proposte, l’azienda fa riferimento alla possibilità di «giocare con un gioco da tavolo virtuale sul tavolo della propria cucina» o di «decorare il proprio salotto con le opere realizzate nella realtà virtuale». Quest 3 promette agli utenti l’ingresso in un «mondo completamente immersivo per fare cose che altrimenti non sarebbero state possibili» grazie alla tecnologia di Meta Reality, pensata per consentire la fusione tra mondo fisico e mondo virtuale.

Nel comunicato ufficiale Meta dichiara che il nuovo visore «stabilisce un nuovo standard per la realtà mista, per le attività di gaming immersive e per i visori della VR mainstream» e precisa che Quest Pro resta invece quello più adatto in ambito lavorativo.

Questa scommessa da parte di Meta diventa anche un modo per ribadire l’impegno dell’azienda nel progetto del metaverso, trend che negli ultimi mesi sembra non attirare più l’attenzione delle aziende come prima, ma che per Mark Zuckerberg resta ancora una priorità, nel lungo termine.

Quest 3 verrà distribuito nell’autunno 2023 in tutti i paesi in cui Meta Quest è attualmente supportato, insieme a un catalogo di esperienze immersive molto ampio (che resta compatibile con il catalogo del Quest 2). Secondo quanto riportato da Mark Rabkin, vicepresidente VR di Meta, l’obiettivo del brand è quello di «consentire alle persone di muoversi attraverso tutte le realtà in modo intuitivo e piacevole andando oltre le classificazioni standard di “realtà virtuale” e “realtà mista” per offrire una gamma di esperienze di nuova generazione in grado di unire in modo fluido il mondo fisico e quello virtuale».

Con Vision Pro Apple promette l’ingresso in una «nuova era»

A differenza di Meta Quest 3, Apple Vision Pro apparirà sul mercato soltanto nel 2024, nei primi mesi dell’anno, e per il momento solo negli Stati Uniti. Il costo sarà di 3499 dollari (che corrispondono a circa 3265 euro, con il tasso di cambio attuale).

L’amministratore delegato di Apple presenta il nuovo dispositivo come un qualcosa di rivoluzionario, con dichiarazioni forse più audaci di quelle di Facebook: attraverso un comunicato stampa dedicato a Vision Pro, rilasciato sul sito di Apple il 1° giugno 2023, Tim Cook ha affermato che il lancio di questo prodotto «segnala l’inizio di una nuova era per l’informatica», aggiungendo inoltre che «così come il Mac ci ha introdotto all’informatica personale e l’iPhone all’informatica mobile, Apple Vision Pro lo fa con l’informatica spaziale». Dichiarazioni difficili da ignorare, considerati i successi dell’azienda in questione, nota proprio per le diverse proposte altamente innovative nel settore tech.

Dopo sette anni di lavoro e 5mila brevetti depositati dall’azienda durante il processo di realizzazione di Apple Vision Pro, Tim Cook ha deciso di lanciare un visore dotato di un’interfaccia tridimensionale «controllata dagli input più naturali e intuitivi possibili», ossia occhi, mani e voce degli utenti. Come si legge nel documento, le innovazioni associate ai relativi hardware e software avrebbero permesso ad Apple di creare un «computer spaziale sotto forma di dispositivo indossabile», descritto dal brand come «il dispositivo elettronico personale più avanzato di sempre».

Pensando alle possibili applicazioni del sistema, Apple sostiene che Vision Pro cambierà il modo in cui gli utenti interagiranno con le app, il modo in cui «rivivono ricordi, vedono programmi televisivi e film e si connettono con gli altri». Oltre alle varie applicazioni in ottica di intrattenimento, Apple ricorda inoltre i possibili utilizzi del visore in ambito professionale.

Meta Quest 3 vs Apple Vision Pro: le principali differenze tra i due prodotti

Tra le principali differenze esistenti tra i due visori appena lanciati emerge il fatto che Vision Pro, a differenza di Quest 3, offre la possibilità agli utenti che portano gli occhiali di installare lenti magnetiche per consentire al visore di adeguarsi ad alcune tipologie di problemi della vista.

Inoltre, Quest 3 possiede un display singolo e gli input vengono forniti dagli utenti attraverso dei controller, mentre Apple Vision Pro possiede un doppio display e 12 telecamere per riprendere il mondo esterno: questa tecnologia rende così possibile il tracciamento di occhi e mani, favorendo un’esperienza di utilizzo più naturale e immersiva, ma che implica anche inevitabilmente un costo più elevato.

La differenza di prezzo tra i due prodotti è infatti lampante, ma le motivazioni alla base di queste scelte sono evidenti e riguardano le differenze tra le tecnologie proposte e i differenti obiettivi delle due aziende.

Secondo quanto riportato all’interno del comunicato stampa rilasciato da Meta, l’azienda spera che presto sia possibile proporre Quest 3 a un prezzo ancora più basso, rendendolo accessibile a sempre più utenti. Non a caso, il brand ha comunicato anche la riduzione del prezzo di Meta Quest 2 a partire dal 4 giugno.

L’obiettivo di questa strategia di pricing è stato dichiarato dal brand: quest’ultimo, infatti, intende permettere «a un numero maggiore di persone di accedere al mondo della VR all-in-one 6DOF», acronimo che sta per “sei gradi di libertà” e che corrisponde alla possibilità offerta agli utenti di muoversi liberamente in tutte le direzioni nello spazio tridimensionale.

La differenza di prezzo tra le due tecnologie rispecchia anche la volontà di rivolgersi, almeno per il momento, a dei target diversi: mentre Meta Quest 3 è stato pensato per raggiungere le masse nel breve termine, Vision Pro di Apple sembra puntare non solo a un pubblico con un budget più alto ma anche a un pubblico che intende fare un utilizzo professionale del prodotto così come agli sviluppatori. Non a caso, all’interno di un articolo pubblicato da Wired è possibile leggere che il dispositivo di Apple sembra un «raffinatissimo prototipo per gli sviluppatori più che un prodotto maturo»2, destinato ai consumatori.

Critiche e vantaggi dei visori rispetto a realtà mista e VR finora in uso

La “gara tra Facebook e Apple” sembra svolgersi in un mercato alquanto scettico ma che presenta anche alcuni segnali di ottimismo. Dalle prime impressioni di coloro che hanno già provato in anteprima i visori emergono diversi vantaggi di Vision Pro rispetto a Quest 3, ma in generale anche i vantaggi di questi prodotti rispetto a tutti gli altri visori lanciati in passato.

Un aspetto importante da menzionare è la modalità passthrough, presente in entrambi i dispositivi, che consente di osservare cosa succede nell’ambiente esterno: si tratta di una funzionalità molto importante, perché la sensazione di netto distacco dall’ambiente esterno è uno degli aspetti che potrebbe provocare una sensazione di spaesamento negli utenti, come accade spesso con i dispositivi finora lanciati. La possibilità di immergersi in un ambiente virtuale avendo comunque la possibilità di rendersi conto di ciò che succede attorno a sé potrebbe forse favorire un tempo di utilizzo maggiore rispetto ad altri sistemi di realtà mista e virtuale presenti sul mercato.

Occorre notare però che, anche se i due visori sono dotati di questa funzionalità, molti sottolineano che vision Pro permette di avere una percezione molto accurata del mondo esterno, al punto di vedere lo sguardo delle persone che si avvicinano e di utilizzare lo smartphone pur indossando il visore, come ha fatto notare per esempio Nilay Patel in un articolo su The Verge3. Inoltre, con Vision Pro è possibile anche sentire ciò che succede fuori grazie all’audio spaziale che viene riprodotto da due altoparlanti inseriti nelle bande laterali, lasciando libero l’orecchio.

Le principali critiche a questi dispositivi però riguardano il design. Parlando in particolare di quello di Apple, Andrés Lucero, interaction design professor presso l’Università di Aalto in Finlandia, sembra molto scettico riguardo alla risposta del pubblico a un visore simile: secondo il docente, «gran parte delle persone non vuole sembrare un cyborg in pubblico» e, da questo punto di vista, il design di Vision Pro risulterebbe «poco adatto in ottica interazione con altri esseri umani», come riportato in un articolo di INews pubblicato il 6 giugno4. La problematica in questione vale per i due visori, entrambi contraddistinti da un design alquanto ingombrante.

Però, come ricorda Kevin Rose in un articolo pubblicato il 6 giugno su The New York Times, Apple ha dimostrato più di una volta di riuscire a trasformare un «prodotto di nicchia per nerd in qualcosa che tutti desiderano avere».

In una fase iniziale, infatti, questo visore resterà sicuramente un prodotto di nicchia, anche per il suo costo elevato che è una delle principali critiche mosse da molti esperti5.

Pensando invece a Quest 3, questo si presenta come un prodotto che vorrebbe rendere accessibili alle masse esperienze di realtà mista superiori a quelle attualmente accessibili per la maggior parte degli utenti e questo forse, nel breve termine, rappresenta il principale vantaggio.

Occorre però sottolineare che il nuovo visore Apple, presentato da diversi esperti come un dispositivo di gran lunga superiore a tutti i dispositivi finora proposti6, rappresenta soltanto il primo esemplare di una nuova categoria di prodotti (presentati da Apple come “spatial computer”): questo significa che, nel corso del tempo, il dispositivo dovrebbe essere perfezionato sia per quanto riguarda il design, sia per quanto riguarda la parte software e anche il prezzo, quindi, potrebbe diminuire progressivamente.

Risulta quasi impossibile tuttavia valutare al momento quale sarà la risposta del pubblico a questi differenti visori. Mentre i prezzi di queste tecnologie tenderanno progressivamente ad abbassarsi, resta da capire se i consumatori (e dunque non solo gli sviluppatori e gli early adopter ) saranno disposti a farsi vedere in pubblico con questi dispositivi. Questo è forse il grande traguardo che, una volta raggiunto, potrebbe difatti segnalare l’inizio di qualcosa di realmente diverso in materia di esperienze immersive, superando i concetti di realtà virtuale e mista attualmente esistenti.

Note
  1. Meta
  2. Wired
  3. Sito The Verge
  4. Sito di INews
  5. The Guardian
  6. TechCrunch
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