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"The Boring Phone": la proposta di Heineken e Bodega contro la dipendenza da smartphone

the boring phone heineken bodega 2024

Ispirato ai vecchi cellulari degli anni Duemila, il dispositivo ideato da Heineken e Bodega permette solo di effettuare e ricevere chiamate e messaggi: tutto quello che basta per rilassarsi e godersi una serata in compagnia.

Heineken e Bodega hanno presentato “The Boring Phone”: un dumbphone che fa solo le cose essenziali per un cellulare, come inviare e ricevere chiamate e messaggi di testo, dedicato ai giovani che vogliono disintossicarsi dagli smartphone.

Uno smartphone con poche funzioni, le più essenziali, per riscoprire il potere delle connessioni autentiche

Più che un’spirazione, quella da cui deriva l’idea di uno “smartphone noioso” è una costatazione: i cellulari moderni hanno funzionalità sempre più innovative e avanzate che catturano l’attenzione delle persone e rendono difficile restare nel presente e godersi il momento che si sta vivendo.

Prova ne è il fatto che spesso ci si ritrova a fissare lo schermo dello smartphone in attesa di una nuova notifica o a scrollarlo all’infinito alla ricerca di notizie e aggiornamenti di stato anche mentre si è in compagnia o fuori con l’intento di trascorrere una serata divertente.

“The Boring Phone” di Heineken e Bodega elimina alle radici queste distrazioni rinunciando ad app e funzionalità avanzate. Realizzato dalla finlandese HMD ha, infatti, solo funzioni molto basilari come quelle che permettono di inviare e ricevere chiamate e messaggi.

Il concept è semplice: apparentemente noioso rispetto ai moderni smartphone, “The Boring Phone” ha in realtà tutto quello di cui si ha bisogno davvero per vivere una serata in compagnia all’insegna del divertimento e del relax.    

Presentando l’iniziativa Nabil Nasser, direttore globale di Heineken, ha raccontato:

«quando abbiamo parlato con la generazione z e i millennials riguardo al loro utilizzo degli smartphone, abbiamo subito capito che molti di loro si sentono abitualmente distratti dal proprio dispositivo, ma non vogliono rinunciare del tutto al telefono. Il Boring Phone è il nostro modo per ricordare alle persone che possono godersi di più la loro vita sociale senza distrazioni indesiderate. In Heineken crediamo nel potere delle vere connessioni».

“The Boring Phone” è ispirato ai primi cellulari degli anni Duemila

“The Boring Phone” è originale e diverso dai comuni smartphone in circolazione anche nel design: ha una cassa trasparente e degli adesivi olografici che richiamano i cellulari dei primi anni Duemila.

Oliver Mak, co-fondatore di Bodega, il brand curator di moda, design e controcultura americano che ha collaborato alla realizzazione dello “smartphone noioso”, ha ammesso a proposito che per progettarlo si sono «ispirati alla tendenza del “Newtro”, reinterpretando un’icona culturale del passato che alcuni giovani Zillennials potrebbero non aver mai conosciuto».

Parte della campagna di Heineken e Bodega è anche un’app che trasforma qualsiasi cellulare in un dumbphone

“The Boring Phone” è stato presentato in anteprima globale alla Milano Design Week 2024.

I cinquemila dispositivi in edizione limitata attualmente realizzati verranno distribuiti in Italia nelle prossime settimane.

La campagna prevede un lancio globale che, nel corso dell’anno, toccherà paesi come Brasile, Messico e Germania.

A giugno verrà lanciata, invece, un’applicazione capace di trasformare qualsiasi smartphone in un dumbphone : in questo modo anche chi non riuscirà a procurarsi “The Boring Phone” potrà vivere la stessa esperienza di disconnessione e detox.

In continuità con la propria proposta di valore, del resto, da qualche tempo Heineken sembra preoccupata di far vivere ai propri consumatori esperienze il più possibile rilassanti, coinvolgenti e autentiche.

Lo scorso anno aveva presentato, per esempio, un “apribottiglie intelligente” che segnalava quando era giunta l’ora di chiudere mail e programmi di lavoro e concedersi finalmente una birra.

Durante una serata fuori si controlla lo smartphone almeno sette volte: gli altri numeri dello scrolling compulsivo

Proprio una certa difficoltà a separare lavoro e tempo libero è, peraltro, tra le ragioni che impediscono di staccarsi dallo smartphone anche quando si è in compagnia e nelle occasioni di svago.

Quasi un Zillennial su quattro tra quelli intervistati da Heineken per una ricerca che ha preceduto il lancio di “The Boring Phone” ha ammesso infatti di controllare le email di lavoro anche quando si trova fuori casa e in compagnia. Tre intervistati su dieci hanno raccontato che nelle occasioni di svago usano lo smartphone per giocare online di nascosto. Il motivo più comune, però, per cui si finisce a prendere in mano il telefono anche quando si è in compagnia è controllare i social media (lo farebbero almeno due intervistati su tre).

Una grossa fetta di giovani, il 90% degli intervistati, è consapevole insomma di essere vittima di scrolling compulsivo anche quando è in compagnia o impegnato in attività ludico ricreative tanto da controllare, nell’arco di una serata fuori, lo smartphone in media sette volte.

La buona notizia è che quasi un terzo degli stessi giovani dichiara che vorrebbe utilizzare meno il telefono quando è fuori casa e che due su cinque sarebbero disposti anche a spegnerlo.

“The Boring Phone” di Heineken e Bodega è il perfetto alleato per riuscire in questi buoni propositi.

“The Boring Phone”: credits della campagna di Heineken e Bodega

La campagna “The Boring Phone” di Heineken e Bodega è stata realizzata grazie alla collaborazione con l’agenzia creativa LePub, supportata dall’agenzia pr The Romans e dall’agenzia media Dentsu Redstar.

    Heineken
  • Sr. director global Heineken® brand: Nabil Nasser
  • Heineken® global communication director: Daniela Iebba
  • Heineken® global digital director: Rob van Griensven
  • Heineken® global communication manager: Guilherme de Marchi Retz
  • Heineken® global head digital consumer innovation: Natacha Volpini
  • Heineken® global PR lead: Jonathan O’Lone
  • Heineken® global brand PR lead: Joseph Brophy
  • Heineken® global director design, global innovation team: Mark Van Iterson
  • HEINEKEN Italy marketing director: Jan Bosselaers
  • Heineken® Italy marketing manager: Myrsini Tsoukaki
  • Heineken® Italy brand manager: Larissa Koper
  • Heineken® Italy brand manager: Elena Bellini
    LePub
  • Global CEO LePub, CCO Publicis Worldwide: Bruno Bertelli
  • Global chief creative officer: Cristiana Boccassini
  • Chief creative officer: Mihnea Gheorghiu
  • Executive creative director: Andrey Tyukavkin
  • Executive creative director: Eoin Sherry
  • Regional executive creative director: Cyril Louis
  • Head of art: Andrea Ferlauto
  • Creative director: Corina Patraucean
  • Creative sirector: Rainor Marinho
  • Global creative director: Jack Christensen
  • Creative director art & technology: Sergey Mast
  • Associate creative director: Valentino Borghesi
  • Associate creative director: Geo Joseph
  • Associate creative director: Roberto Ardigò
  • Associate creative director: Rudy Zulkifly
  • Associate creative director: Yuste de Lucas
  • Art director: Flavia Conti
  • Copywriter: Cristiana Candido
  • Art director: Alejandro Gutierrez
  • Copywriter: Nikolay Malchev
  • Junior art director: Peter Sjo
  • Global head of PR & communication: Isabella Cecconi
  • Senior digital PR manager: Carol Verde
  • PR manager: Eleonora Botta
  • Global head of creative technology: Mauro Mazzei
  • Head of digital production: Vittorio Cafiero
  • Chief strategy officer: Sol Ghafoor
  • Culture and insights director: Monica Radulescu
  • Director of comms planning: Shane Roche
  • Strategy director: Adam Lotz
  • Global data strategy director, data & culture lab: Ilko Petkov
  • Group chief innovation officier: Charles Laporte Aust
  • Head of experience and innovation: Francois Rousseau
  • Global client service director: Shirine Aoun
  • Global innovation client service director: Carmit Poleg
  • Group account director: Ilaria Castiglioni, Luigi Palma
  • Account director: Rossana de Rosa
  • Senior project manager: Adriana Dinu
  • Digital project manager: Keefe Cordeiro
  • Account executive: Candida Franchi
  • Chief production officer: Francesca Zazzera
  • Head of TV production: Anna Sica
  • Producer: Matilde Bonanni
  • Post-producer: Sabrina Sanfratello
  • Art buyer: Caterina Collesano, Giorgia Bellondi
  • Production and print managers: Daniela Inglieri, Tina Paolella
    Digital film production
  • Production company: SOMESUCH
  • Executive producer: Tash Tan
  • Producer: Emory Ruegg
  • Director: Rollo Jackson
  • Director of photography: Nikita Kuzmenko
  • Georgia Service Co.: Radioaktive Shelter
    Film post production
  • Editor: Fabrizio Squeo, Enrico Munarini
  • Color: Simone Grattarola @ TimeBasedArts
  • Post: Prodigious
  • Mix: Disc2Disc
    Key visuals production
  • Photographer: Domingo Nardulli
  • Agency: AuraPhoto
  • Producer: Valerio Cordioli
  • Retoucher: MGCR Studio - Mattia Giani
    Illustration
  • Pixel artist: Abueloretrowave: Cristian Aranda
    Dentsu Redstar
  • Global client director: Kate Hinz
  • Global strategy director: Elio LaGrua
  • Global strategy director: Ricardo Lopez
  • Global planning director: Marie Boucaut
  • Global strategic planner: Laura Gutierrez
  • Client director: Silvia Moroni
  • Strategy director: Silvia Garagnani
  • Communication strategist: Vittoria Fanticini
  • Leader: Cristina Profumi
    The Romans
  • Partner: Sophie Nicholson
  • Director: Kate Brazier
  • Associate director: Olivia Bunting
  • Senior account director: Sophie Lambert-Russell

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