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Amazon chiuderà lo store online in Cina: il colosso dell'eCommerce si arrende ai competitor

Amazon chiuderà lo store online in Cina

L'azienda di Bezos si è arresa davanti ai grandi player come Alibaba e Jd.com: così Amazon chiuderà lo store online in Cina.

Nel mercato europeo Amazon sembra praticamente imbattibile, al punto che per i piccoli ecommerce competere con il colosso dello shopping online è un compito spesso troppo difficile. Nel mercato asiatico, però, la situazione è ben diversa. Infatti, dopo tutti i tentativi per competere con le altre piattaforme di vendita online, è arrivato il comunicato dall’azienda di Bezos: Amazon chiuderà lo store online in Cina, “arrendendosi” alla fine ai competitor dell’eCommerce che governano questo mercato, cioè Alibaba e Jd.com.

Amazon chiuderà lo store online in Cina: cosa cambierà da luglio?

«Stiamo notificando ai nostri venditori che non opereremo più sulla piattaforma Amazon.cn e che non forniremo più i relativi servizi dal 18 luglio» ha dichiarato la multinazionale in un comunicato in cui annuncia la chiusura dello store Amazon cinese che consente ai consumatori locali di acquistare dei prodotti da venditori locali.

Anche se Amazon chiuderà lo store online in Cina, i consumatori del Paese potranno continuare ad acquistare i prodotti provenienti dai mercati internazionali, mentre i venditori potranno continuare a vendere su Amazon fuori dalla Cina grazie ad Amazon Global Selling. Dal 18 luglio il sito cinese Amazon.cn continuerà a essere aperto, ma i clienti vedranno soltanto i prodotti messi in vendita a partire dallo store globale dell’azienda e non più quelli messi in vendita da venditori terzi.

Competitor del mercato cinese: Bezos “accetta la sconfitta”

L’azienda di Jeff Bezos è entrata in Cina nel 2004 e da allora ha investito molto nella creazione di depositi, data center e programmi volti a formare i venditori cinesi, insegnando loro a vendere ai clienti Amazon. Anche il programma Prime è stato lanciato in questo Paese nel 2016 per invogliare i consumatori cinesi all’acquisto di beni provenienti dall’estero, proponendo dei vantaggi come le consegne gratuite internazionali.

La competizione, però, è stata feroce e per questo sembra che Amazon abbia alla fine deciso di fare un passo indietro: secondo iResearch, Amazon possiede meno dell’1% della quota di mercato della vendita online per il B2C in Cina, una percentuale davvero minima rispetto ad altri giganti dell’eCommerce che sono, di contro, molto popolari nel mercato asiatico. È il caso, per esempio, di Alibaba Group che, nel 2018, insieme a Jd.com, avrebbe controllato oltre l’81% del mercato cinese.

«C’è troppa competizione “domestica” e ad Amazon manca il tipo di brand awareness che hanno Tmall [del gruppo Alibaba] e Jd.com», come ha affermato Ben Cavender, analista presso il China Market Research Group, in un articolo della CNN. «Questo lascia Amazon in una posizione in cui deve spendere molti soldi per attrarre dei clienti , mentre parallelamente deve competere ferocemente sul prezzo con diversi forti competitor».

Amazon «si sta ritirando perché (l’investimento) non è proffitevole», come ha spiegato Ker Zheng, marketing specialist presso Azoya, azienda che fornisce servizi di consulenza legati all’eCommerce. Egli ha aggiunto: «a meno che qualcuno non sia alla ricerca di un prodotto di importazione molto specifico che non si riesce a trovare da nessun’altra parte, non c’è motivo per cui il consumatore dovrebbe scegliere Amazon, perché questo eCommerce non sarà in grado di fare le consegne in maniera così veloce come le fa Tmall o Jd.com».

Non è la fine: l’impegno di Amazon verso la Cina «resta forte»

Sebbene Amazon chiuderà lo store online in Cina, i cambiamenti non avverranno, secondo l’azienda, da un giorno all’altro; si punta infatti a una «transizione tranquilla» per continuare a offrire «la migliore esperienza possibile ai clienti». Anche se non venderà più prodotti cinesi in Cina, l’azienda sfrutterà la propria presenza globale continuando a investire nel Paese, dove c’è comunque una forte domanda da parte dei consumatori di beni di alta qualità provenienti dal resto del mondo.

Come si può leggere dal comunicato dell’azienda di Bezos, l’impegno di Amazon nei confronti della Cina «resta forte» e l’azienda continuerà a investire sull’offerta di servizi di cloud computing, tramite gli Amazon Web Services, e sulla vendita dei lettori digitali Kindle.

Una ritirata strategica?

La ritirata di Amazon, però, potrebbe essere in parte strategica, dato che la riduzione dell’investimento in Cina potrebbe consentire all’azienda di espandersi in un mercato dove la probabilità di diventare leader nel settore è maggiore, ossia l’India, come riferito da Bloomberg. A partire dal 2013 Amazon ha investito nella costruzione di oltre cinquanta depositi in questo Paese e il passo indietro in Cina permetterebbe all’azienda di concentrare più risorse su questo mercato, pur dovendo fare i conti, in ogni caso, con i grandi player della vendita online presenti anche in India.

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