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Bambole con sindrome di Down: cosa ci insegnano questi giocattoli su inclusione e accettazione di sé

Bambole con sindrome di Down: cosa ci insegnano questi giocattoli su inclusione e accettazione di sé

Ideate per tutti i bambini, le bambole con sindrome di Down sono un esempio dell'utilità dei giocattoli nel trasmettere valori importanti ai più piccoli.

«Eravamo in pensiero all’inizio, ma la reazione ci ha sorpreso. È stata molto positiva» ha spiegato Victoria Orruño, marketing director di Miniland, azienda spagnola che ha lanciato una linea di bambole con sindrome di Down, riconosciute come “il miglior giocattolo del 2020“, da parte dell’Associazione spagnola dei produttori di giocattoli (Asociación Española de Fabricantes de Juguetes). In che modo questi prodotti possono rivelarsi utili non solo per i bambini affetti da sindrome di Down ma anche per tutti gli altri?

La linea di bambole con sindrome di Down di Miniland: cosa le rende speciali

Si tratta di bambole che hanno dei tratti sommatici simili a quelli di bambini con sindrome di Down, una forma di disabilità che, nonostante sia molto comune, raramente è stata oggetto di attenzione e di investimenti da parte delle aziende di giocattoli.

Miniland non è stato il primo brand a lanciare una linea di bambole con sindrome di Down, ma sembra che il suo prodotto sia stato particolarmente apprezzato rispetto ad altri giocatoli di questo tipo, lanciati in precedenza. A sottolinearlo è Kelle Hampton, blogger americana e mamma di Nella, una bambina con trisomia 21: all’interno del proprio blog ella ha dedicato un articolo a questo tema, ricordando la propria iniziale reazione molto negativa – dinanzi alle prime bambole con queste caratteristiche.

Secondo Kelle Hampton, esse «non evidenziavano le dolci caratteristiche facciali che amavamo di Nella, ma erano eccessivamente marcate, rendendo la bambola un facile bersaglio di scherno». Diversi anni dopo, la sua reazione dinanzi alla collezione di Miniland è stata completamente diversa; nello stesso articolo, infatti, la blogger ha affermato di essersi «innamorata di quelle bambole che catturano delicatamente, nella maniera più bella possibile, quelle piccole caratteristiche speciali che amiamo». Non a caso le bambole con sindrome di Down di Miniland sono state premiate, a ottobre 2020, tra 81 altri giocatoli di 24 marche.

La collezione di quest’azienda spagnola, distribuita anche in Italia, è composta da bambole dalle sembianze molto varie, in modo tale da comprendere diversi colori della pelle, etnie e provenienza: sono disponibili bambole con sindrome di Down e senza, in molteplici versioni, con differenti tipi e colori di capelli e anche di pelle.

bambole con la sindrome di down este

Fonte: Miniland

Come si legge nella scheda descrittiva del prodotto, presente sul sito del brand, questi giocatoli sarebbero pensati per favorire lo sviluppo di intelligenza sociale ed emotiva, promuovendo «l’aumento della consapevolezza, da parte dei bambini, della diversità e dell’inclusione, attraverso la promozione di valori come l’uguaglianza, l’integrazione e l’accettazione».

La rappresentazione della disabilità nella società: giocattoli come simboli di inclusione

Pensando al ruolo che giocattoli di questo tipo possono avere nel processo di apprendimento e di costruzione identitaria dei bambini, la blogger Lindsay Filcik, anch’ella madre di una bambina con sindrome di Down, ha messo in risalto un aspetto interessante. In un post pubblicato sulla pagina Facebook dedicata a sua figlia, My Incredible Ivy, la blogger ha messo in evidenza l’importanza di sentirsi rappresentati all’interno della cultura di riferimento (dunque all’interno di film, libri, giocattoli e, chiaramente, anche pubblicità), sottolineando l’impatto che questo può avere sulla percezione e sull’accettazione di sé.

A questo proposito, come ha scritto, «ogni essere umano merita di vedere qualcuno che gli somigli nei film, nei libri, nelle pubblicità e tra i giocattoli. […] Immagina di essere un bambino con una disabilità e di vedere attorno a te solo dei bambini senza disabilità. Che tipo di messaggio questo ti può dare di te stesso? Certamente che non sei normale. Che non sei degno di essere mostrato al mondo».

REPRESENTATION MATTERS!.Happy #MoreInclusiveMonday friends! Today I’m sharing about something that has become…

Posted by My Incredible Ivy on Monday, November 16, 2020

Un video condiviso da ABC News rende bene il messaggio comunicato da Lindsay Filcik sull’importanza di sentirsi e vedersi rappresentati: al suo interno è possibile notare l’emozionante reazione di una bambina con una protesi quando vede per la prima volta una bambola che, come lei, ha una protesi: «ha una gamba come la mia!», esclama la bambina nel video, visibilmente commossa perché può finalmente rivedersi in un giocattolo che le somiglia, a differenza di tutti gli altri.

Girl Overjoyed at Doll With Matching Prosthetic Leg
Girl Overjoyed at Doll With Matching Prosthetic Leg

Negli ultimi anni anche alcuni brand di giocattoli rinomati come Barbie hanno deciso di creare dei modelli simili: ne è un esempio la Barbie sulla sedia a rotelle, la Barbie ispirata alla campionessa paralimpica Bebe Vio o le Barbie ungendered. Anche se possono essere particolarmente apprezzati da bambini che possono identificarsi in loro, giocattoli come quelli menzionati possono essere utili in realtà per tutti i bambini.

In effetti, bambole di questo tipo dimostrano che la trasmissione di valori come l’inclusione, l’accettazione della differenza e di differenti tipi di bellezza può avvenire sin dall’infanzia, dando ai bambini la possibilità di imparare a convivere con la diversità. Come ha spiegato Victoria Orruño a questo proposito: «a volte tendiamo a sottovalutare questa cosa, ma giocare con le bambole è un’esperienza preziosa e formativa per i bambini», anche perché offre loro l’opportunità «di vedere differenti realtà e di normalizzarle».

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