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Il social commerce funziona meglio se si sfruttano le community: parola di Shopify al Netcomm Forum 2022

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Costruire una community affiatata è funzionale a ottenere buoni risultati dalla propria presenza digitale: al Netcomm Forum 2022 Paolo Picazio di Shopify ha illustrato quelli legati al social commerce.

Da qualche anno gli addetti ai lavori non hanno remore a citare il social commerce tra i trend per l’ ecommerce del futuro. Vendere attraverso i social network rischia però di diventare sempre più macchinoso, almeno dalla prospettiva dei merchant, per via dei continui interventi normativi intesi a regolare la materia – di per sé complessa – delle vendite digitali e soprattutto con un orizzonte futuro che è quello della necessità di rinunciare ai cookie di terza parte.
Con i costi di acquisizione che aumentano (e sempre più lo faranno in un futuro prossimo) costruire una community affiatata e partecipativa sarà, insomma, di fondamentale importanza per – e prima di – vendere online: ad affermarlo al Netcomm Forum 2022 è stato Paolo Picazio di Shopify.

Oggi «le persone non hanno problemi a condividere i loro dati», ha continuato l’esperto, e la prova più empirica è la grandissima quantità di informazioni che ogni giorno volontariamente “espongono” online e mentre sono intente a svolgere le più comuni attività sui social network. L’unica garanzia che richiedono è sapere che ci siano «dall’altra parte persone di cui si fidano».

I veri alleati del social commerce? Secondo Shopify sono community e community manager

Per “persone” di intendono, naturalmente, professionisti digitali formati e con esperienza come i community manager che qualche brand più virtuoso ha scelto di coinvolgere fin da quando si è trattato di muovere i primi passi nella costruzione della propria presenza digitale.

Chi gestisce le community online ha così un compito aggiuntivo, non di minore importanza: creare relazioni significative, durature e di valore sulla base della quali chi segue un brand sui suoi canali digitali – prima ancora di, eventualmente, acquistare online e tramite le apposite funzioni per il social commerce – voglia condividere con lui informazioni di prima mano o almeno consideri farlo conveniente in termini di costo-beneficio.

L’importanza di costruire relazioni significative sembra essere, del resto, uno dei fili rossi tra gli interventi in plenaria della prima giornata di Netcomm Forum 2022.

Nella pratica, continuano da Shopify, si aggiunge un ulteriore kpi a quelli che già ora permettono di valutare il buon lavoro di un community manager e, più a monte, la rilevanza delle proprie community digitali.

Vendere anche il valore del made in Italy grazie a community affiatate

Del resto, le community in questi due anni di pandemia sono riuscite per esempio a proteggere realtà medio-piccole e tradizionalmente ancorate al territorio, come quelle di cui è costituito per la maggior parte il tessuto imprenditoriale italiano, dagli effetti deleteri delle misure di contenimento del contagio.

Tra i casi di studio più interessanti in questo senso riportati da Paolo Picazio ci sono quello di Velasca, un brand di scarpe artigianali marchigiano che ha saputo raggiungere nuovi target partendo proprio dalla costruzione di una community affiatata sui social network, o quello delle tante pasta grannies che dei social hanno approfittato per dare lezioni di pasta fresca.

Un brand come il made in Italy è per natura «un brand collettivo», chiosano da Shopify, e il ruolo e l’importanza che le community digitali assumono nel farlo conoscere – e vendere online – è per questo ancora più evidente.

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