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Perché Instagram potrebbe invitare i propri utenti a prendersi una pausa quando sentono di averne bisogno

Instagram Take a break: nuova funzione a tutela degli adolescenti

C'è chi considera la funzione Take a break di Instagram una prova della consapevolezza di Facebook di poter nuocere alla salute mentale degli utenti. La novità arriva tra l'altro insieme a nuove policy su bullismo e online harassment.

Potrebbe arrivare presto su Instagram Take a break, una funzione che dovrebbe “spingere gentilmente” ( nudging ) gli utenti del social visivo di casa Facebook, in particolare quelli più giovani, a smettere di interagire con contenuti che per una ragione o per un’altra li facciano stare male o percepiscano come nocivi.

Arriverà davvero su Instagram Take a break? E quando?

«Quando i nostri sistemi rilevano che un adolescente sta continuando a guardare ripetutamente lo stesso tipo di contenuti e che si tratta di contenuti che potrebbero non giovare al suo benessere, semplicemente lo spingeremo a guardare altro»1: così il VP global affairs di Facebook, Nick Clegg, avrebbe riassunto per grandi linee il meccanismo alla base della nuova impostazione in diretta a “State of the Union”, uno show della CNN.

Per quanto sui media e tra gli addetti ai lavori se ne vociferi già da un po’, pochi dettagli ancora si conoscono davvero su come funzionerà su Instagram Take a break. In uno scambio di email con The Verge, anzi, il team di Zuckerberg ha ammesso che la feature non è al momento neanche in fase di test – anche se «lo sarà presto»2 – e che non esiste una timeline ben precisa riguardo al suo lancio.

Prendersi una pausa da Instagram servirà a salvare salute e benessere mentali, ma anche Facebook dalle accuse?

Più facile è immaginare cosa, ben oltre la preoccupazione per il benessere digitale dei più piccoli, abbia spinto a pensare a una nuova feature che spinga gli utenti a prendersi una pausa da Instagram quando lo ritengono più necessario. Dopo le dichiarazioni fatte dalla whistleblower Frances Haugen davanti al Senato americano3 e in attesa che le stesse siano ripetute davanti all’Oversight Board4, Facebook si è ritrovato nell’occhio del ciclone, accusato di premiare per via algoritmica i contenuti che, anche se violenti o polarizzanti, creano più interazione, ma anche di essere cosciente che alcune dinamiche tipiche dei propri ambienti possano essere dannose per la salute mentale degli adolescenti e delle adolescenti in particolare.

Valutare gli effetti dei social media sugli utenti o a livello sociale non è certamente una cosa che si può fare con una ricerca svolta su un campione di poche decine di internauti – come era quello del report interno al centro dei leak in questione –, né basandosi su autovalutazioni degli utenti5 e cioè, come spiega tra gli altri Valigia Blu, chiedendo semplicemente al proprio campione di rispondere a domande per comprendere, per esempio, se qualche volta si è sentito triste o depresso dopo aver scrollato il feed Instagram.

Di certo c’è che quando si tratta di bambini sul web e rischi correlati le big tech hanno fatto spesso in questi anni orecchie da mercante e nascosto, dietro all’impossibilità di verificare caso per caso che fosse rispettato il limite di 13 anni per l’iscrizione e l’utilizzo dei propri servizi, l’opportunità golosa di cominciare a fidelizzare come propri “clienti” i bambini fin da piccolissimi.

Messi di fronte alle proprie responsabilità, insomma, non è la prima volta che i  big del social networking rispondono con soluzioni “emergenziali”, come la nuova feature Instagram Take a break appunto.

Anche su Facebook arriva una nuova policy contro bullismo e intimidazioni

Non c’è da sorprendersi neanche del tempismo con cui in queste ore Facebook ha aggiornato anche la propria policy contro bullismo e intimidazioni6.

In un post sul blog aziendale, Antigone Davis, global head of security di casa Zuckerberg, ha sottolineato che le novità in materia sono intese soprattutto a far sì che «ciascuno si senta libero di interagire e connettersi con le proprie community»7 quando usa Facebook o gli altri servizi del gruppo. Si tratta di novità, per continuare a citare le parole con cui sono state ufficialmente presentate, che punteranno soprattutto a fermare sul nascere «i tentativi coordinati di esercitare molestie di massa nei confronti degli individui più a rischio […], anche se [operati tramite] contenuti che in sé non violano le policy» della piattaforma.

Bambini e adolescenti sono inclusi nel conto degli individui «più a rischio» online harassment secondo Facebook, insieme a vip e personaggi famosi che per la prima volta saranno tutelati contro le molestie sessuali che ricevono (spesso) su Facebook e gli altri social media . La gamma di interventi previsti dalla piattaforma va, invece, dal cancellare post e commenti considerati inopportuni, soprattutto se segnalati come tali dalle vittime, a bloccare temporaneamente gli utenti che ne sono stati autori o bannare gli ultimi in caso di violazioni ripetute della stessa policy.

Note
  1. CNN
  2. The Verge
  3. EuroNews
  4. ANSA
  5. Valigia Blu
  6. Facebook Trasparency Center
  7. Facebook Newsroom
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