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Millennial italiani: una ricerca svela caratteristiche e aspettative

Millennial italiani: caratteristiche e aspettative dal settore bancario

Che cosa si aspettano i Millennial italiani dal mondo del lavoro, dai brand, dal consumo e in particolare dal settore bancario? Lo dice una ricerca IPSOS.

Di studi che provano a tracciare un ritratto dei Millennial ne esistono tanti, quello che di inedito ha la rilevazione di IPSOS però è il concentrarsi esclusivamente su caratteristiche e aspettative della fetta più giovane della popolazione italiana. I risultati sono, in qualche caso, tutt’altro che rassicuranti.

I Millennial italiani tra falsi miti e abitudini di consumo

Solo quattro giovani su dieci – per la precisione il 38% – pensa, per esempio, che vivrà meglio dei propri genitori: solo tra i baby boomer, gli odierni cinquantenni e cioè la generazione immediatamente precedente a quella dei Millennial, il rapporto era di sei a dieci. Altri dati sembrano confermare addirittura l’immagine del giovane italiano mammone e incapace di staccarsi dalla famiglia: la media dei Millennial italiani che vivono ancora con i genitori è di gran lunga superiore di quella dell’Europa a ventotto (il 67% contro il 48% ). In Italia ci sono meno laureati (il 16% contro il 25% del resto d’Europa) e il nostro paese sarebbe anche, prima della Bulgaria e subito dopo la Grecia, tra quelli con il maggior numero di NEET, ossia di giovani – in questo caso tra i 15 e i 29 anni – che non studiano, non hanno un lavoro e non sono attivamente impegnati nel cercarlo.

Ricerca Ipsos

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Evidenze come queste incidono sulla percezione che la società ha di loro e su come i Millennial, italiani e non solo, sembrano vedere se stessi. Lo studio di IPSOS conferma, in questo senso, la maggior parte di falsi miti che esistono sui giovani: che siano più materialisti (è detto di loro nel 45% dei casi), egoisti (39%), svogliati (34%) e arroganti (33%) dei loro genitori, per esempio. Quello che sorprende di più, comunque, è che sembrerebbero essere loro stessi a percepirsi come egoisti, svogliati, e arroganti.

Di vero c’è, soprattutto se si guarda ai consumi dei giovani, che questi appaiono più attaccati ai soldi: nell’accezione più positiva però, dal momento che, al contrario della generazione immediatamente precedente, fanno acquisti più razionali, sono più attenti al risparmio e provano a gestire le loro finanze in maniera più oculata. C’è un elemento, però, a cui non rinunciano mai: il portato esperienziale e il rapporto col brand ; per loro cioè il valore emozionale di ogni acquisto è tanto importante quanto il valore d’uso di ciò che si compra. Aziende e marchi che vogliano fare dei Millennial italiani il loro core target non possono non tenere in considerazione questi aspetti, esattamente come non possono ignorare il fatto che, per convincerli, non serve tanto «mostrarsi giovanili» quanto mettersi realmente in dialogo con i giovani e mostrarsi «attenti ai loro bisogni».

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Cosa si aspettano i Millennial italiani dal mondo delle banche?

Come altri studi hanno provato a definire il rapporto dei Millennial con il mondo delle assicurazioni, realizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo, la ricerca di IPSOS sembra concentrarsi soprattutto su quello con banche e prodotti finanziari. L’attitudine al risparmio, percepita per lo più come indole (dal 20% del campione) o finalizzata all’accumulare risorse per i progetti futuri (29%), si rispecchia così in alcune pratiche finanziare tipiche dei giovani nostrani. A sette anni i genitori attivano il primo prodotto di accumulo di risparmio per i figli, a diciotto viene aperto in genere il primo conto corrente. Una delle evidenze più interessanti in questo senso – e che potrebbe aiutare le banche a gestire al meglio le politiche di retention dei propri clienti – è che solo nel caso in cui si acquisti una casa, e nel momento stesso in cui avviene l’acquisto con ogni probabilità per poter accedere a prodotti finanziari più vantaggiosi, i Millennial italiani pensano di cambiare banca. I più giovani, comunque, sembrano rivolgersi alle banche quasi esclusivamente per l’apertura di un conto corrente e ancora poco popolari sono prodotti come fidi e crediti bancari.

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È un problema di come le banche comunicano se stesse e la loro offerta? In altre parole, la comunicazione aziendale nel settore bancario forse non è abbastanza d’appeal anche per un pubblico di più giovani? Difficile rispondere a queste domande senza pensare ad alcune recenti débacle che hanno visto protagonista proprio il settore finanziario.

Per ogni iniziativa poco riuscita, però, ci sono progetti e iniziative di più chiaro successo: le sponsorizzazioni di eventi sportivi, concerti, manifestazioni teatrali sono tra queste e non è un caso che attraggano ancora gli investimenti delle banche italiane; anche campagne pensate ad hoc per il canale digital possono aiutare e non manca chi – proprio come Intesa Sanpaolo – ha sfruttato le partnership con brand tra i più amati dai giovanissimi – Panini Comics, per esempio – per premiare i la scelta dei suoi piccoli clienti – con un album di figurine in regalo – e creare un buon ricordo di brand da sfruttare in futuro.

Scarica ricerca Ipsos sui Millennial Italiani

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