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X: partono i test per l'iscrizione a pagamento per contrastare bot e profili fake

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Filippine e Nuova Zelanda sono i paesi scelti da Elon Musk per testare "Not A Bot", il nuovo piano in abbonamento che consentirà di iscriversi per la prima volta a X solo a chi sarà disposto a pagare circa un dollaro all'anno

Non è passato molto tempo da quando, durante una diretta a cui aveva partecipato anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Elon Musk aveva ventilato l’ipotesi di rendere X a pagamento per tutti gli iscritti.

Non era chiaro allora se si trattasse di una semplice provocazione o di un progetto a cui la compagnia stava realmente lavorando. La notizia delle ultime ore, riportata1 da Fortune prima che arrivasse la conferma ufficiale, è che ora nelle Filippine e in Nuova Zelanda i nuovi utenti possono iscriversi alla piattaforma un tempo conosciuta come Twitter al prezzo di un dollaro all’anno circa (si tratta in realtà di 42.50 pesos filippini e di 1.43 dollari neozelandesi).

Rendere l’iscrizione a X a pagamento: così Elon Musk intende combattere bot e profili fake

Si tratta di un test, ha chiarito la piattaforma, e in questa prospettiva la scelta di partire da paesi come Nuova Zelanda e Filippine sembra tutt’altro che casuale.

Non A Bot” – questo il nome scelto per il nuovo metodo di sottoscrizione che permetterà ai nuovi iscritti di accedere a X/ Twitter al prezzo di un dollaro all’anno – dovrebbe aiutare la piattaforma nella «lotta contro bot e spammer»2 che la affollano da sempre, si legge nella pagina dedicata dell’Help Center. Paesi come la Nuova Zelanda e le Filippine sono ben noti per ospitare click farm da cui proviene il grosso de profili fasulli che – citando ancora le parole della compagnia – in Rete fanno «spam e manipolano le informazioni», quando non vengono sfruttati per ingerire nella vita pubblica di paesi terzi.

Tali profili fake sembrano essere da sempre un cruccio di Elon Musk. L’iniziale ripensamento sull’acquisizione di Twitter dipese proprio dalla convinzione di stare pagando un prezzo troppo alto – oltre 54 dollari ad azione – per una piattaforma che aveva molti meno utenti reali di quelli dichiarati. In più occasioni l’imprenditore accusò la vecchia proprietà di Twitter pubblicamente e davanti ai tribunali di aver mentito sui numeri del social.

È stato Musk in persona a spiegare, durante la diretta con Netanyahu, come rendere X a pagamento per tutti i nuovi iscritti dovrebbe aiutare a limitare la presenza sulla piattaforma di bot e profili fake.

Dover pagare una piccola cifra per ogni nuovo profilo e dover utilizzare, soprattutto, un metodo di pagamento ogni volta diverso diventa insostenibile per chi crea ogni giorno un gran numero di profili fake e lo fa per business.

A chi vuole iscriversi a X per restare aggiornato, interagire con le proprie cerchie e con personaggi famosi e politici che lo frequentano o fare “in buona fede” qualunque altra delle attività che comunemente si fanno su X, quella di pochi centesimi di dollari al mese dovrebbe apparire, invece, come una spesa del tutto sostenibile.

Ai tempi della diretta neanche lo stesso Musk, comunque, probabilmente non sapeva bene come nel concreto avrebbe reso X a pagamento per tutti.

Come funzionerà “Not A Bot”, il piano che fa pagare Twitter al prezzo di un dollaro all’anno ai nuovi iscritti

Insieme alla notizia che i nuovi iscritti filippini e neozelandesi saranno i primi a dover pagare l’iscrizione alla piattaforma un tempo nota come Twitter al prezzo di un dollaro all’anno, sono arrivati ora anche più dettagli su come funzionerà “Not A Bot”.

Senza pagare chi si iscrive per la prima volta a X potrà solo leggere post, guardare video condivisi sulla piattaforma o seguire i profili di proprio interesse. Pagando un dollaro all’anno, invece, anche i nuovi iscritti a X potranno pubblicare i propri contenuti e interagire con risposte, like, repost con quelli degli altri utenti.

Per i vecchi iscritti rimane invece al momento tutto uguale, compresa la possibilità di sottoscrivere uno degli altri piani in abbonamento disponibili su X e che assicurano di far vivere sulla piattaforma un’esperienza «ancora più forte, ancora più smart».

Poco si sa ancora sui piani della compagnia per rendere “Not A Bot” disponibile anche in altri paesi.

Considerato che la situazione finanziaria di X Corp. è, per ammissione della stessa compagnia, tutt’altro che solida, ciò potrebbe avvenire in tempi relativamente brevi: far pagare i nuovi iscritti è pur sempre un modo in più per fare cassa.

Basterà renderlo a pagamento per tutti per migliorare la posizione di X?

Certo c’è da fare i conti con il parziale insuccesso che hanno avuto le altre funzioni – si pensi, in particolare, alle spunte blu – a pagamento già lanciate su Twitter/ X e che anche la popolarità della piattaforma sembra non essere più così solida. Indice ne è il fatto che, secondo dei dati di AdAge, quasi il 70% degli iscritti continuerebbe3 a rivolgersi a X con il vecchio nome di Twitter nonostante il rebranding e nonostante molte figure chiave della compagnia, inclusa la nuova CEO Linda Yaccarino, abbiano preso pubblicamente le distanze dal passato del social. Sarebbe un’evidenza da poco se non fosse sostenuta da altre che parlano di una fuga di utenti da X come conseguenza delle politiche adottate dalla nuova proprietà.

Se ora che è ancora gratuito gli utenti scappano da X, cosa succederà quando Musk chiederà loro di pagare un dollaro all’anno?

Elon Musk minaccia di chiudere X in Europa

I dubbi si fanno più consistenti e giustificati poi, se si guarda all’Europa.

Qui l’imprenditore ha un altro nodo urgente da risolvere: come conformarsi al nuovo pacchetto di norme europee sui servizi digitali (Digital Services Act e Digital Makets Act) che pongono in capo ai gestori obblighi precisi di trasparenza e tutela dei dati personali degli utenti.

Di recente la Commissione Europea ha imposto un ultimatum a Elon Musk con una lettera di Thierry Breton, il commissario europeo per il mercato interno e i servizi, in cui si chiedeva al patron di X di prendere provvedimenti contro le notizie manipolate sul conflitto arabo-israleliano che stavano abbondantemente circolando sulla piattaforma.

Dopo qualche post polemico con cui chiedeva a propria volta al Commissario di elencare esplicitamente i contenuti controversi e illeciti a cui alludeva «in modo che tutti potessero vederli», Musk avrebbe fatto sapere – o almeno questo è quello che riporta4 Business Insider – di star valutando di non rendere più disponibili X e i suoi servizi in Europa.

Note
  1. Fortune
  2. X
  3. AdAge
  4. Business Insider

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