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Le finte campagne Netflix: dagli spoiler alla locandina di "Black Mirror 6"

Le finte campagne Netflix: dagli spoiler alla locandina di

La locandina del presunto lancio di Black Mirror 6 non è la prima delle finte campagne Netflix a diventare virale. Proviamo a capire perché.

La strategia di marketing di Netflix è, tra quelle realizzate dai diversi brand negli ultimi anni, una delle più interessanti da osservare, un case study da poter analizzare sotto molteplici prospettive, dall’ innovazione di prodotto agli efficaci piani pubblicitari e comunicativi multicanale che integrano i social media , fino ai media analogici e a iniziative di ambient marketing e guerrilla marketing , con trovate dal forte effetto virale, sia per il far leva sulla curiosità e sull’interazione degli utenti, sia per la capacità di toccare argomenti di interesse storico e/o sociale (come ad esempio con l’installazione che simboleggiava un moderno rogo per promuovere “La Luna Nera).
Qualche volta a essere virali e da tenere in considerazione, quando si analizzano i fenomeni comunicativi e di marketing collegati in qualche modo a questo specifico brand, sono però anche le finte campagne Netflix.

Gli spoiler di Netflix: una finta campagna durante il lockdown

Un caso di cui si è parlato molto durante il lockdown italiano (e non solo) è quello della campagna attribuita a Netflix e legata al claim «stai a casa o Netflix ti spoilera i finali». A realizzare questo progetto pensato per invitare le persone a restare in casa durante la pandemia causata dalla diffusione del COVID-19 sono stati due studenti della Miami Ad School Europe di Amburgo, Seine Kongruangkit e Matithorn Prachuabmoh Chaimoungkalo, due ragazzi originari di Bangkok che, tornati in Tailandia, hanno constatato che la comunicazione relativa al contagio del virus a loro avviso non era adeguata alla situazione. Si sono così messi alla prova ideando un modo creativo per sensibilizzare riguardo alla necessità di non uscire di casa.

Le immagini condivise in Rete (e non solo) altro non erano, come dichiarato dai due studenti, che delle elaborazioni grafiche e, sebbene sperassero che il loro messaggio potesse avere una certa risonanza mediatica, non si aspettavano un successo simile, con condivisioni in cui si dava per certo che la campagna fosse proprio del brand.

Rimbalzata da un social all’altro e da un medium all’altro, finendo anche in notiziari e su diversi giornali, oltre che blog , questa finta campagna è risultata essere decisamente virale e ha portato a dover precisare che questa non era stata lanciata né ideata o commissionata direttamente dal brand.

l’installazione (finta) per la sesta stagione di “Black Mirror” in Spagna

Altra campagna attribuita a Netflix di cui si è parlato molto in quest’ultimo periodo è legata alla serie Black Mirror: uno specchio posizionato su una pensilina di Madrid con il riflesso di un ragazzo che si scatta una foto e un testo molto minimal, collocato al centro, in alto, con la scritta «Black Mirror» e subito sotto «6th Season. Live now, everywhere» e in basso il solo logo di Netflix. Un’immagine diventata, anche in questo caso, incredibilmente virale in Rete e non solo, dando per certo che fosse stata la nota piattaforma di streaming a realizzare una campagna di lancio per la nuova stagione di una delle serie più distopiche degli ultimi anni.

L’immagine, però, non è quella di una campagna Netflix e lo specchio è stato posizionato su quella pensilina solo per il tempo della foto. Si tratta, infatti, di un progetto di alcuni studenti della scuola Brother Ad di Madrid, ovvero delle due coppie di creativi formate da Tito Rocha e Alberto Arribas e Rubén de Blas e Mer Mandrés. Ovviamente per l’installazione gli studenti non hanno chiesto autorizzazioni, sia perché sarebbe stato troppo costoso, sia perché probabilmente il brand non sarebbe stato d’accordo (considerando, soprattutto, che una sesta stagione della serie non è prevista), sia ancora perché – come ha affermato Tito Rocha a El Confidencial – il tutto avrebbe comportato attesa e tempi più lunghi per la presentazione del loro progetto scolastico.

La fotografia dell’installazione è diventata virale soprattutto dopo la condivisione di un utente su Twitter, Juan Manuel Toribio, che, stando a quanto ha riferito, l’avrebbe ricevuta su WhatsApp.

Non solo questo tweet ha ricevuto numerosissime e inaspettate interazioni, ma è stato pure ripreso da diversi giornali che hanno poi dovuto rettificare quanto diffuso, specificando che non si trattava di una campagna Netflix.

La fotografia presente nel tweet di Juan Manuel Toribio, comunque, è una delle due condivise sul profilo Instagram della Brother Esclueda de Creativos di Madrid in un post che non ha creato così tanto engagement . Eppure la prima delle due immagini nel post Instagram della Scuola risulta ancora più forte di quella condivisa dall’utente su Twitter, poiché la scritta che comunica che siamo come immersi in una puntata di Black Mirror è ulteriormente esaltata dal fatto che il ragazzo che si vede riflesso nello specchio (Rubén de Blas) indossa mascherina e guanti.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

target =”_blank” rel=”noopener”>Llevamos unos meses en los que la vida real y Black Mirror🖤 se parecen peligrosamente. Gran campaña de nuestrxs chicxs del Curso de Creatividad Integral que se está extendiendo como la pólvora 💣 Enormes @mer.mandres, @elchicoazulruso, @ruben14haz y @soytitorocha. #sosloquehacés

Un post condiviso da Brother Madrid (@brothermadrid) in data:

Da cosa dipende la forza virale delle finte campagne Netflix?

Viene da chiedersi, allora, perché a diventare virale per questa finta campagna di Black Mirror sia stato proprio quel tweet e una probabile risposta potrebbe risiedere nell’aver impostato un copy interpretato da alcuni come una sorta di attacco al brand. «Questa pubblicità di Black Mirror è semplicemente brutale» recita infatti il tweet, un’affermazione che ha portato i fan della piattaforma di streaming o della serie a replicare, lasciando commenti che sottolineano quanto sia potente questo tipo di messaggio rispetto al presente che stiamo vivendo e quanto sia coerente al tipo di prodotto seriale e, più in generale, al tone of voice di Netflix, spesso provocatorio.

Per le stesse motivazioni, in fondo, ha avuto grande diffusione anche la finta campagna spoiler condivisa durante il lockdown dai due studenti di Bangkok. In questo caso, però, è anche da considerare la sorpresa suscitata dal pensare che un produttore di serie possa fare degli spoiler a fan che – è risaputo, e, se dovesse servire, a ricordarcelo è anche un tweet di Netflix Spagna – il più delle volte fuggono da qualsiasi rischio di contenuto che possa anticipare troppo rispetto agli episodi non ancora visti o, addirittura, i finali di stagione.

Questi progetti creativi, insomma, risultano di così forte impatto comunicativo sia perché sono decisamente al passo con i tempi, sia perché suscitano interesse, sia perché sono impostati in modo tale da non lasciare dubbi riguardo al fatto che possano essere stati realizzati da Netflix; come si diceva in apertura, l’azienda ha più volte dimostrato di avere una strategia comunicativa avvincente e capace di toccare le giuste corde per indurre gli utenti a interagire e condividere e parlarne sui social.

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