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Quelli della Generazione Alpha saranno i primi consumatori nativi digitali: quali implicazioni per i brand secondo Infobip

Generazione Alpha abitudini digitali come influiscono sui consumi?

Infobip e BVA Doxa hanno analizzato le abitudini digitali della Generazione Alpha e la grande familiarità dei giovanissimi con le tecnologie, provando a indovinare come incideranno su consumi e rapporti con i brand.

Sono tra i primi nativi digitali e non hanno conosciuto, cioè, un mondo senza Internet, senza dispositivi mobili come PC e tablet, senza gadget ipertecnologici; per questo quando si tratta della Generazione Alpha abitudini digitali e familiarità con le tecnologie sono variabili indispensabili da considerare se l’obiettivo è tracciarne un profilo come (futuri) consumatori e capire che aspettative nutriranno nei confronti dei brand o come entreranno in relazione con questi.

Soprattutto perché «se si pensa a come catturare l’attenzione di questa generazione», che già oggi influenza molto consumi e decisioni d’acquisto in famiglia, «non si dovrebbe pensare solo ai loro gusti o alle loro preferenze: coinvolgere gli Alpha è una sfida tecnologica», ha sottolineato Vittorio D’Alessio, sales director Italy di Infobip.

Si abbassa sempre di più l’età per il possesso di smartphone, tablet, PC, console

La società, specializzata in soluzioni cloud per la customer experience , ha realizzato insieme a BVA Doxa uno studio dedicato proprio a Generazione Alpha, abitudini digitali e approccio alla tecnologia. Lo ha fatto analizzando un campione di bambini tra i 6 e i 10 anni e di preadolescenti tra gli 11 e i 15 anni.

I primi macroscopici insight di “Generazione Alpha, come sarà il consumatore del 2030?” – è questo il titolo della ricerca – hanno a che vedere con l’età in cui per la prima volta si viene in possesso di dispositivi come tablet, console, smartphone o computer portatili. Questa è prevedibilmente più bassa per i primi: in media a nove anni, quindi, i bambini oggi avrebbero già console per videogiochi e tablet di proprietà” e in uso esclusivo, mentre si deve aspettare un anno in più, a quando di anni ne hanno dieci, per smartphone e PC.

Lo smartphone è di gran lunga, però, il dispositivo di proprietà più diffuso tra i ragazzi intervistati (ne possiede uno il 64% del campione Infobip/BVA Doxa), seguito solo a distanza dalle console per i videogiochi (38%) e dai tablet (36%). Ciascuno di questi dispositivi, insieme a smart TV, PC e assistenti vocali, è utilizzato regolarmente per accedere a Internet (lo fa il 75% del campione): i più piccoli, nella fascia tra i 6 e i 10 anni, sembrano preferire connettersi tramite tablet (lo fa l’82% del campione); i più grandi, ossia chi ha tra gli 11 e i 15 anni, sembrano connettersi invece soprattutto da smartphone (98%) e PC (91%).

Generazione Alpha, abitudini digitali e rapporto con la tecnologia: la panoramica di Infobip

Cosa fanno i più piccoli una volta connessi? I risultati dello studio di Infobip sembrano in linea con quelli di numerosi altri studi su bambini e web nel mostrare che nella maggior parte dei casi guardano video su YouTube (lo fa il 90% del campione) o film, serie TV e cartoni animati (74%), giocano ai videogiochi (è così per in media il 72% del campione, ma la percentuale raggiunge l’85% tra i giovani di sesso maschile), chattano su app di messaggistica istantanea come WhatsApp. Qualche volta, però, complici anche didattica a distanza e didattica integrata con cui si sono trovati a familiarizzare in questi due anni di pandemia, i più piccoli usano la Rete per fare i compiti e studiare (è così per il 69% del campione).

C’è anche una buona metà del campione appartenente alla generazione alpha che quando è connessa a Internet tramite smartphone, tablet, PC o altri device di proprietà o in uso esclusivo è connessa per stare sui social media . È una fetta che cresce soprattutto nel cluster tra gli 11 e i 15 anni per cui, come sembra sottolineare la ricerca di Infobip su Generazione Alpha, abitudini digitali e approccio alla tecnologia, l’ultima è soprattutto uno strumento di socialità e di informazione.

Se i più piccoli fanno un uso perlopiù ludico e a scopo d’intrattenimento della tecnologia e cioè usano i dispositivi che possiedono quasi esclusivamente per guardare video su YouTube (90%) o film, cartoni animati e serie TV (75%) o per giocare ai videogiochi (74%), infatti, i ragazzi più grandi prediligono soprattutto attività come usare WhatsApp (93%) o social come TikTok e Instagram (76%) appunto.

La familiarità dei giovanissimi con la tecnologia influisce già sui rapporti con i familiari (e non solo)

Per entrambi i cluster l’uso di dispositivi tecnologici e connessi a Internet influisce sulle relazioni: oggi più di un bambino o un ragazzino su due – per l’esattezza il 55% del campione – userebbe la Rete, in particolare servizi di instant messaging come WhatsApp, come canale di comunicazione con familiari, parenti, amici e la percentuale cresce – fino all’83% – nella fascia tra gli 11 e i 15 anni, almeno quando si tratta delle conversazioni più quotidiane e di routine con i genitori.

L’unica eccezione a questa svolta “hi-tech” anche nel modo di gestire le relazioni interpersonali della Generazione Alpha sembrano essere le “vecchie” telefonate ai nonni, diffuse soprattutto nel cluster tra 6 e 10 anni e preferite a chat e interazioni sui social media da in media il 48% del campione, forse anche per via del fatto che non tutti i nonni sono nonni “social”.

Primi veri nativi digitali, i giovanissimi entrano in relazione con i brand in maniera differente

Se l’obiettivo è capire come per la generazione Alpha abitudini digitali e uso della tecnologia possano influire sui consumi, altri dati sembrano più interessanti. Tra le attività in cui più comunemente soprattutto la fascia di 11-15enni è impegnata quando utilizza dispositivi come smartphone, tablet o PC c’è, per esempio, cercare oggetti che intende acquistare (lo fa il 47% del campione). In Rete si va alla ricerca soprattutto di consigli e suggerimenti per gli acquisti, tanto che  alcuni meccanismi fiduciari sono completamente cambiati nel tempo.

Ci si continua a rivolgere ai genitori quando si ha bisogno di informazioni sulla scuola e sullo studio (lo fa il 57% del campione) o si vogliono soddisfatte delle curiosità (46%), ma per cercare informazioni sui prodotti a cui sono interessati o che intendono acquistare i giovanissimi, soprattutto nella fascia 11-15 anni, sembrano affidarsi soprattutto a quanto scovano su Google o su YouTube (è così per il 46% del campione), oltre che agli amici (39%) e a influencer e tiktoker (24%) e, un po’ più a sorpresa, alla pubblicità sui social media, almeno quando la stessa è altamente profilata in base ai loro reali interessi (24%).

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