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Will Smith canta e balla al semaforo e lo fa per promuovere, in maniera non convenzionale, il nuovo "Aladdin"

Guerrilla marketing per Aladdin: il cast recita al semaforo

Will Smith e il resto del cast hanno ballato e cantato al semaforo le canzoni più amate del film: il guerrilla marketing per Aladdin.

Le vie della promozione cinematografica sono infinite. E se non dovessero bastare un cast eccezionale, l’effetto nostalgia che un remake porta sempre con sé, milioni di euro investiti in attività di pr , le ospitate televisive e, sì, anche quelle inevitabili polemiche che non di rado si trasformano in entrate al botteghino, guerrilla marketing e altre forme di marketing non convenzionale possono fare la loro parte. Aladdin, il live-action ispirato al cartone Disney degli anni Novanta e già campione d’incassi a pochi giorni dall’uscita nelle sale (24 maggio 2019) non si è fatto mancare nulla, compresa una performance live di Will Smith e gli altri membri del cast per le strade di Los Angeles.

Un po’ di guerrilla marketing per Aladdin, il remake con Will Smith del classico Disney

Il pretesto? L’ospitata di Mena Massoud, Naomi Scott e Will Smith – rispettivamente Aladdin, la principessa Jasmine e il Genio, nella pellicola – in una puntata di “The Late Late Show”, il late show di James Corden. Complice un format già sperimentato in altre occasioni durante la trasmissione, quello del crosswalk musical e cioè del musical che si fa sulle strisce pedonali nel tempo di un rosso al semaforo, il guerrilla marketing per Aladdin è stato presto servito. In costume e con tanto di effetti speciali come lanciafiamme e tappeti volanti, il cast e un insolito James Corden che ha svestito i panni del conduttore e vestito quelli della scimmietta fida compagna di Aladdin hanno regalato agli automobilisti di Los Angeles una live performance dei brani più amati del film, da “Friend Like Me” a “Prince Ali” e “A Whole New World”. Il tutto nel tempo, appunto, di un semaforo rosso e senza che siano mancati tra l’altro richiami alla sicurezza in strada: “guai a chiudere gli occhi, perché il traffico è reale” ha sottolineato il conduttore a tutti i partecipanti.

Screen dal video:

Fare marketing non convenzionale per promuover un film: perché funziona

Come altre iniziative simili, insomma, questo guerrilla marketing per Aladdin ha sfruttato un momento morto e lo ha trasformato in un’occasione di incontro con il brand , potendo contare tra l’altro sull’effetto sorpresa che deve generare di certo l’assistere a una performance con canti, balli ed effetti speciali – all’improvviso, mentre si sta semplicemente aspettando che il semaforo si faccia verde – e, più in generale, e per tornare all’assunto teorico dell’efficacia del marketing non convenzionale, l’essere raggiunti da un messaggio pubblicitario in luoghi e modi inaspettati e mentre meccanismi di difesa e di reattanza sono azzerati. Non stupiscono, così, le reazioni degli automobilisti del posto: c’è chi è incredulo nel vedere Will Smith che twerka con i fari della propria auto, chi preso dal ritmo comincia a ballare, tanti che come in un tuffo nel passato si ritrovano a cantare le canzoni della propria infanzia e, altrettanto inevitabilmente, qualcuno che si annoia e sbuffa all’idea di dover restare bloccato nel traffico. Oltre, va da sé, a chi ne approfitta per filmare quello che sta avvenendo e condividerlo. Con la maggior parte delle iniziative di guerrilla e unconventional marketing questa inaspettata performance dal vivo del cast di Aladdin condivide, infatti, la capacità di creare passaparola, fuori e dentro la Rete. Il solo video ufficiale pubblicato sul canale YouTube di The Late Late Show è stato visto quasi sette milioni di volte e ha ricevuto più di 290mila like. E lo stesso si può immaginare sia successo con video e contenuti amatoriali, realizzati e condivisi da chi stava assistendo a questo sui generis spettacolo di Aladdin dal vivo.

Chi sia ancora convinto, del resto, che una produzione milionaria come quella di un film Disney rifatto in live-action non abbia bisogno di operazioni di marketing dal basso non deve aver compreso pienamente il potere che hanno il buzz e la contagiosità e notiziabilità spontanea di un’idea, in grado di attrarre media e pubblico.

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