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Che impatto sta avendo l'emergenza Coronavirus sulla spesa pubblicitaria mondiale?

Spesa pubblicitaria mondiale e Coronavirus: una stima

Tra investimenti in calo e grandi eventi a rischio cancellazione, arrivano le stime su coronavirus e spesa pubblicitaria mondiale.

La rapida diffusione dell’epidemia di coronavirus ha modificato profondamente lo stile di vita dei consumatori, mettendo a dura prova brand e organizzazioni, che si ritrovano a fronteggiare da un lato regole sempre più stringenti e dall’altro la nascita di nuovi bisogni e forme di consumo. Dal turismo alla ristorazione, passando per i grandi eventi, l’alta moda, lo sport e i trasporti, come testimoniano tristemente anche i mercati e le borse, i settori colpiti dall’emergenza sono tantissimi. Tra questi, anche il settore pubblicitario sta subendo duri colpi. Se alcuni brand stanno rivedendo le proprie scelte comunicative a causa del COVID-19, altri sono stati costretti a modificare al ribasso il budget allocato per le spese pubblicitarie o, nei peggiori dei casi, ad azzerarlo completamente. Il che, come dimostra l’ultimo studio di eMarketer, ha impattato in modo considerevole sull’intera spesa pubblicitaria mondiale.

Coronavirus e spesa pubblicitaria mondiale: le stime di eMarketer

Secondo gli analisti di eMarketer – società di consulenza statunitense specializzata in digital marketing e advertising – la spesa pubblicitaria mondiale prevista per il 2020 si aggirerà intorno ai 691,7 miliardi di dollari, circa 20 miliardi in meno rispetto alle previsioni formulate appena qualche mese prima.

Tale rallentamento è dovuto prevalentemente al mercato cinese – secondo mercato pubblicitario al mondo dopo gli Stati Uniti e primo focolaio del coronavirus –, dove l’ammontare complessivo della spesa pubblicitaria si prevede si attesterà attorno ai 113, 7 miliardi di dollari (7,43 miliardi in meno rispetto ai 121,13 previsti), con una conseguente riduzione del tasso di crescita del 2% (Dal 10,5% al 8,4%) causata da una contestuale riduzione degli investimenti pubblicitari su tutti i media, online e offline.

Secondo le previsioni di eMarketer, anche altre aziende, soprattutto quelle che dipendono dalla filiera produttiva cinese, potrebbero decidere di rivedere i propri investimenti pubblicitari per mitigare le perdite economiche conseguite. A subirne le conseguenze sarebbero non solo brand di piccole e medie dimensioni, ma anche grandi colossi come Amazon, Facebook e Google. Tra i comparti più colpiti, l’out-of-home advertising che ha subito un freno notevole in tutti quei paesi, come l’Italia, dove, per arginare il diffondersi dei contagi, i consumatori sono costretti a passare gran parte del proprio tempo tra le mura domestiche.

Tuttavia, come precisano gli analisti di eMarketer, la stima è stata effettuata prima che Trump annunciasse il divieto di voli in USA dall’Europa e prima che svariati governi europei iniziassero a prendere provvedimenti sulla chiusura di scuole, uffici e negozi. Tutti fatti che potrebbero avere ulteriori ripercussioni sulle cifre pronosticate dal sito.

L’impatto del Coronavirus sul settore digitale: investimenti pubblicitari in calo per Google e facebook

Tornando al digitale, se è vero che cresce la domanda di contenuti on demand e l’uso di dispositivi connessi ad Internet (tanto da costringere alcuni colossi dello streaming a ridurre la qualità dei flussi video per non congestionare la rete, ndr), è anche vero che molte imprese del settore tech stanno registrando perdite notevoli legate ai tagli al budget pubblicitario applicati da gran parte degli inserzionisti.

Secondo quanto riportato nell’ultima indagine condotta da Search Engine Land, infatti, si prevede che nei prossimi mesi colossi come Google e Facebook subiranno un calo notevole delle entrate pubblicitarie a causa del coronavirus. Come è facile immaginare, quelle maggiormente interessate saranno le adv relative a viaggi e turismo, il settore maggiormente coinvolto da questa crisi. Secondo le previsioni degli esperti, a fine trimestre l’azienda di Mountain View potrebbe subire un calo del 15% su base annua delle entrate relative agli annunci di viaggio, che raggiungerebbe il 20% nel secondo trimestre. In modo simile, anche Facebook potrebbe registrare un calo nella spesa in adv relativa a viaggi, vendita al dettaglio, beni di consumo confezionati e intrattenimento, che insieme rappresentano circa il 30-45% delle entrate totali del “gigante blu” di Mark Zuckerberg.

Grandi Eventi a rischio cancellazione: quali conseguenze per gli sponsor?

Le Olimpiadi di Tokyo, il Festival di Cannes, gli Europei di Calcio, sono solo alcuni dei grandi eventi programmati per il 2020 e che rischiano di non avere luogo a causa del coronavirus.

Anche in questo caso le ripercussioni sugli inserzionisti – e di conseguenza sulla spesa pubblicitaria mondiale – sono tutt’altro che irrilevanti. La sponsorizzazione di un evento può impegnare gran parte del budget pubblicitario annuale di un brand ed essere parte di un più ampio piano strategico. Come ha sottolineato l’avvocato Nick Breen, senior associate dello studio legale Reed Smith, ai microfoni del magazine The Drum, «uno sponsor potrebbe trovarsi in una posizione in cui ha pagato una somma significativa per i diritti e quei diritti sono gravemente diluiti in valore o diventano inutili nel momento in cui un evento viene cancellato. Probabilmente le aziende avranno investito risorse di marketing, forse coinvolgendo agenzie di terze parti, magari organizzando concorsi a premi per i biglietti e comunque sostenendo tempi, costi e risorse considerevoli nella preparazione dell’evento». La cancellazione di un grande evento, quindi, vanificherebbe un lavoro molto ampio da parte del brand.

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