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Professione influencer. Crea il tuo personal branding, comunica e monetizza la tua presenza online

"Professione influencer" promette di fornire conoscenze teoriche, competenze strategiche e strumenti pratici a chiunque voglia diventare influencer.

EDITORE Dario Flaccovio Editore
PUBBLICATO 2019
EDIZIONE
PREZZO 24,65 su Amazon
PAGINE 298
LINGUA italiano
ISBN/ISSN 9788857908984
AUTORE
M. Pogliani
VALUTAZIONE Inside Marketing

Recensione Inside Marketing

Serve davvero un manuale per diventare influencer? E che concetti, che pratiche insegnerà a chi intende provare a monetizzare la propria presenza digitale? Domande come queste potrebbero sorgere spontanee davanti a un saggio come “Professione influencer” di Matteo Pogliani (edito da Dario Flaccovio Editore) che, nella quarta di copertina, si presenta come un «manuale» appunto di «prassi, strumenti e strategie» per chiunque voglia provarsi nell’influencer marketing «in modo professionale».

“Professione Influencer”: un manuale a uso e consumo di soli beginner dell’influencer marketing?

La premessa indispensabile è che, in questi anni, su influencer e strategie di influencer marketing è stato scritto letteralmente di tutto e che alla scienza dell’ influencer marketing  – ossia a un approccio strutturato, basato su dati, evidenze, indicatori certi e best practice – si sono preferite troppo spesso le polemiche su Chiara Ferragni e il suo fatturato, le chiacchiere sul Fyre Festival, le querelle a proposito del fatto che sia giusto o meno offrire ospitalità gratuita ai travel influencer. Quello che fa Pogliani in “Professione influencer“, così, è provare a spostare (finalmente) l’attenzione su cosa vuol dire davvero, e dal lato creator, fare l’influencer: di che conoscenze specifiche e di che soft skill si ha bisogno? Come strutturare la propria strategia di presenza in Rete? Che contenuti creare e come scegliere le piattaforme giuste? Come collaborare con i brand , farsi retribuire e – sì, anche – stare a posto con il fisco? Se il destinatario principale del manuale, del resto, è chiunque sia desideroso di iniziare una carriera da influencer, non stupisce l’intenzione di fare chiarezza su quanti più aspetti pragmatici possibili della professione influencer.

Questo non vuol dire, ovviamente, che chi già pratica il mondo dell’influencer marketing – da marketer, da azienda con budget da investire, da studioso, persino da semplice curioso – non possa trovare nel saggio spunti interessanti o trend da tenere d’occhio: chiunque abbia notato e si sia chiesto perché sempre più Instagram influencer optino per un profilo privato, per esempio, avrà modo di scoprire leggendo il testo che è una delle vie più semplici per provare a ovviare al famigerato calo di engagement nelle community degli influencer. Più in generale, “Professione influencer” riesce nel creare collegamenti che qualche volta sfuggono quando si parla di influencer marketing anche tra presunti professionisti dell’influencer marketing: chi fosse ancora convinto, insomma, che il content marketing o la content dissemination c’entrino poco con il marketing dell’influenza o che il personal branding sia solo un di più per la (buona) riuscita di una campagna dovrebbe avere indietro da questa lettura dati, abbastanza per ricredersi.

Cosa aspettarsi da un manuale per chi vuole intraprendere la carriera di influencer

Per tonare però alla natura manualistica di “Professione influencer“, la chiarezza espositiva, l’uso di infografiche e tabelle a complemento di quanto esposto, la presentazione e la descrizione di tool potenzialmente utili per gli influencer e l’analisi di qualche caso di scuola danno al testo di Pogliani un’impronta più pratica del previsto, anche se, no, non manca la giusta dose di teoria, quella che basta per imparare a distinguere la propria alpha audience dal restante 98% di follower generici e poco coinvolti o per familiarizzare con espressioni come «funnel di personal branding» e distinguere piattaforme e touch pont verticali da piattaforme e touch point che non lo sono per esempio. Alcune interviste con influencer storici come Salvatore Aranzulla o Francesco Mattucci di @kitchensuspension sembrano dare uno sguardo più dall’interno della professione di influencer e lo stesso fanno i contributi tematici di diversi professionisti che, dal blogging alla data analysis, chiariscono cosa significhi praticamente e quotidianamente collaborare come influencer con brand, aziende e altri soggetti business.

La materia è complessa, insomma, e non si può certo dire che “Professione Influencer” non provi a toccarne almeno tutti i punti fondamentali. Varietà, però, difficilmente fa rima con approfondimento e completezza. Chiunque legga il manuale perché davvero intenzionato a intraprendere una carriera da influencer è probabile che, una volta finito, abbia davvero sentito nominare almeno una volta tutto quello di cui ha bisogno per rendere profittevole la sua attività sui social, dal mantra del guadagnarsi prima una certa credibilità presso la propria community per proporre solo in un secondo momento contenuti personalizzati e comunicazioni mirate agli obblighi di trasparenza e i codici di autoregolamentazione per influencer, provenienti dall’America e poi presi in prestito dall’AGCM. Più difficile, però, che abbia davvero chiaro come mettere in pratica ciò di cui ha appena letto o che non senta il bisogno di approfondire qualche aspetto appena accennato nel testo. Certo, è una sorte comune ai manuali e alla saggistica for beginner ma nel caso dell’influencer marketing, come un po’ per tutte le nuove professioni digitali, il rischio è di alimentare quella stessa vaghezza e inconsistenza da cui ci si prova ad affrancare.

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