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Così Facebook Dating aiuta le persone a trovare partner e sfida le più tradizionali app per incontri

Così Facebook Dating aiuta le persone a trovare partner e sfida le più tradizionali app per incontri

Non ci sarà il classico "swipe" a destra per mostrare apprezzamento e da subito saranno incoraggiate interazioni dirette tra gli iscritti. La missione di Facebook Dating sembra essere connettere anche le persone che non possono essere vicine fisicamente ed è una missione che fa parte di una più ampia strategia del team di Zuckerberg.

Da qualche giorno (l’annuncio ufficiale è arrivato il 21 ottobre 2020, ma come avviene spesso per le novità del gruppo il roll out è stato progressivo) Facebook Dating è disponibile anche in Italia e negli altri paesi europei. Dopo anni di rumor e indiscrezioni a riguardo, infatti, Facebook ha lanciato il proprio servizio di incontri nell’autunno del 2019 in via sperimentale in venti paesi e dopo i risultati incoraggianti ottenuti nei primi mesi – secondo la Newsroom di Facebook ci sarebbero già stati, infatti, oltre «un milione e mezzo di match» su Facebook Dating – ha deciso di espandersi in anche in altri mercati.

Complici perfetti la pandemia e il tempo in più che le persone si sono improvvisamente ritrovate a passare a casa. L’ultimo si è trasformato presto in tempo in più connessi a Internet e ha reso difficile a molti difficile, se non letteralmente impossibile, incontrare nuovi partner al di fuori degli ambienti virtuali. Mentre le app per single provavano a riadattare il proprio funzionamento, la propria proposta di valore durante l’emergenza coronavirus, così, Facebook Dating, in Italia almeno, ha invitato fin da subito i propri iscritti a creare «connessioni virtuali» per «conoscere qualcuno mentre sei a casa» (è quello che si legge nei messaggi pop-up che sul feed di Facebook invitano a scriversi al nuovo servizio di dating di casa Zuckerberg).

come iscriversi a facebook dating

Alcuni messaggi pop-up hanno invitato gli utenti Facebook a iscriversi e provare il nuovo servizio di casa Zuckerberg dedicato agli incontri, seppure virtuali e “in remoto” al momento e in rispetto delle misure anti-contagio.

Come funziona Facebook Dating (e cosa ha di diverso dalle altre app per incontri)

Facebook Dating rinuncia anche a un altro grande classico delle app per gli incontri: lo swipe, a destra per mostrare apprezzamento verso il profilo di una persona e a sinistra per escluderlo invece dai possibili match. Al suo interno ci sono Storie, proprio come le Storie di Instagram, tramite cui si può raccontare ai propri potenziali partner com’è fatta la propria giornata o quali sono le proprie passioni e si possono condividere Eventi e Gruppi per provare a rendere quanto più personalizzata possibile la propria esperienza di online dating e «mostrare il vero sé, mentre si ha dà uno sguardo a chi è davvero l’altra persona». Facebook Dating funziona insomma proprio come Facebook, ma senza che si abbia bisogno di far sapere ai propri amici di Facebook – tra cui potrebbero esserci ex storici, genitori o persino datori di lavoro – che si è alla ricerca dell’anima gemella: i due profili infatti, promette il team di Zuckerberg, resteranno sempre separati e la propria presenza su Facebook Dating non verrà suggerita, come avviene di solito sulle altre piattaforme, agli amici che si iscrivono per la prima volta al servizio. Allo stesso modo ogni utente potrà scegliere che informazioni, anche tra quelle già presenti su Facebook, condividere con i potenziali match: «trovare un partner romantico – scrivono infatti ancora nell’annuncio ufficiale dell’arrivo di Facebook Dating in Italia – è qualcosa di profondamente personale» e per questo, nel nuovo servizio per gli incontri di Menlo Park, promettono ci sarà ancora più attenzione per la privacy e per la sicurezza digitale degli iscritti, mentre già al momento dell’iscrizione è ricordato agli utenti di rispettare linee guida e standard della comunità, ma soprattutto l’idea che «dietro a ogni profilo c’è una persona».

facebook dating funzioni

Il nuovo servizio di dating sarà immediatamente accessibile dai menù laterali di Facebook, ma è e rimarrà sempre indipendente dal servizio principale: nessuno dei propri amici su Facebook saprà se e quando ci si è iscritti a Facebook Dating e si potranno selezionare scrupolosamente le informazioni da condividere con i propri possibili match. Fonte: Facebook

Non mancano “chicche” che dovrebbero convincere le persone a iscriversi a Facebook Dating, laddove non bastasse già la comodità di utilizzare un servizio di cui, in fondo, si conosce già molto bene il funzionamento e a cui si è abituati (la tanto discussa “stickiness” del brand Facebook potrebbe funzionare, tra l’altro, anche nel convincere i più attenti alla privacy e alla riservatezza dei propri dati personali, poiché non si tratterebbe di iscriversi a un altro servizio in più e non ci sarebbero ancora altri soggetti a raccogliere e trattare i proprio dati). C’è la funzione Secret Crush, per esempio, che permette a ogni iscritto di segnalare le “cotte segrete” che ha da tempo per persone – fino a nove in totale – che sono già tra i propri amici di Facebook o follower di Instagram: se, e solo se, anche quella persona si iscrive a Facebook Dating e inserisce l’utente in questione nella sua lista di secret crush appunto è direttamente l’algoritmo a combinare un match. Anche il cosiddetto Virtual Date è una novità per un’app di incontri: quando si sarà stabilito un match con un altro utente, infatti, si potrà organizzare una video-chat per cominciare a parlare subito e a ruota libera dei propri interessi, proprio come durante un incontro dal vivo. Da Facebook sembrano aver lavorato, del resto, per rendere il servizio, da design, più interattivo di un semplice scorrimento a destra o a sinistra: quando si trova un profilo a cui si è interessati, così, si è subito invitati a lasciare un like o un commento alle foto o a cominciare, appunto, una chat.

Dagli incontri tra single al buon vicinato: così Facebook prova a connettere le persone (e lo fa per interesse)

Facebook Dating sembra insomma la metafora perfetta della missione che da Menlo Park si sono dati, in questo periodo di confinamento sociale soprattutto, di (ri)connettere le persone. Non è una vera novità: diversi F8 fa era venuto fuori una sorta di manifesto di Facebook in cui si ribadiva l’importanza di rimettere l’utente al centro delle esperienze sulla piattaforme di casa Zuckerberg – o, almeno, di farlo sentire tale – e, del resto, anche i principali trend per i social media da qualche anno ribadiscono che il futuro dei social è privato.

Alcuni interaction designer hanno sottolineato come persino la nuova interfaccia grafica per Facebook Desktop sia orientata in questo senso e, cioè, metta in risalto soprattutto elementi come i gruppi di cui si fa parte, le Storie pubblicate dagli amici o le Stanze già create dai propri contatti e a cui si potrebbe desiderare di partecipare, tutti elementi che hanno a che vedere appunto con gli interessi reali della persona. Negli anni, però, Facebook ha sperimentato anche servizi come Discover People prima e, tra gli ultimi arrivati, Facebook Campus, che hanno la propria essenza proprio nella possibilità di creare connessioni tra le persone e, se possibile, nel restare anche dopo il primo contatto il canale privilegiato tramite cui alimentare queste connessioni. Ora, addirittura, secondo delle indiscrezioni pubblicate su Twitter da un esperto di social media come Matt Navarra, Facebook starebbe testando una funzione per permettere a chi abita nello stesso quartiere di fare rete: forse è una scelta che deriva dalla consapevolezza di come, durante il lockdown e durante tutta l’emergenza sanitaria, i gruppi di aiuto reciproco su base iperlocale, tra vicini di casa, siano stati per molti una risorsa vitale; questo non esclude, comunque, che ci sia da Facebook anche la chiara volontà di competere direttamente con un servizio come Nextdoor che ha avuto fin qui un discreto successo (non a caso, ancora secondo i rumor circolati su Twitter, il nuovo servizio di Facebook dovrebbe chiamarsi Neighborhood).

facebook neighborhood esiste

Potrebbe chiamarsi “Neighborhood” il servizio beta di Facebook che permette a vicini di casa e abitanti dello stesso quartiere di conoscersi e fare Rete. Le prime indiscrezioni sulla sua esistenza sono cominciate a circolare in questi giorni su Twitter, prima che un portavoce della compagna chiarisse che il servizio è effettivamente in fase di test a Calgary (Canada), e lo hanno già incoronato come degno rivale di Nextdoor. Fonte: Twitter/@MattNavarra

A ben guardare, insomma, tutte queste brand extension di Facebook hanno in comune il tentativo di essere d’aiuto o di avere una qualche utilità per le persone. Naturalmente non per un solo scopo filantropico, come ha ben sottolineato tra gli altri Internazionale (nel numero 1364 del 26 giugno 2020 “Come le grandi aziende tecnologiche approfittano della pandemia per fare ancora più soldi”): più tempo le persone passano connesse, infatti, e più condividono dati che le big tech possono monetizzare. Non c’è da indignarsene: c’è piuttosto da scegliere in maniera davvero consapevole se e quando iscriversi all’ennesimo nuovo servizio social. Quello che spesso di perde di vista, infatti, quando si discute del complesso tema dello strapotere delle piattaforme digitali è che queste sono e rimangono essenzialmente soggetti business, con obiettivi chiaramente rapportati alla loro natura.

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