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"Never stop": Facebook, l'invito a ritrovarsi gli uni con gli altri nonostante la distanza fisica da quarantena (e i soliti dubbi sull'uso delle informazioni sensibili)

never stop facebook spot coronavirus

Con lo spot Never Stop, Facebook celebra l'importanza di "ritrovarsi l'uno con l'altro" nonostante la distanza fisica imposta dal coronavirus.

«Non siamo mai perduti se possiamo trovarci l’uno con l’altro»: con questo pay-off speranzoso in “Never StopFacebook sembra rendere omaggio alla propria community e agli sforzi che, fin dall’inizio dell’epidemia, ha fatto per fermare il contagio da coronavirus.

“Never Stop”, Facebook e la nuova funzione che permette al vicinato di restare unito nonostante le restrizioni da quarantena

Il commercial – o, meglio, lo «short film», come lo chiama Zuckerberg nel post di presentazione – è interamente costruito grazie a user generated content e contributi condivisi dagli utenti Facebook, che si alternano sulle note di “People’s Faces” della rapper Kate Tempest a raccontare il vuoto degli spazi che prima eravamo soliti frequentare e che sono rimasti deserti dopo l’imposizione in quasi tutti i paesi di misure restrittive contro il contagio da COVID-19, ma anche i modi originali che dall’inizio della pandemia abbiamo trovato per sentirci vicini nonostante la distanza fisica (un gioco di luci dai palazzi, l’applauso rivolto al personale ospedaliero a una certa ora e così via).

We made a short film "Never Lost" to honor the solidarity and resilience of so many people coming together during this time. Thank you to everyone doing your part. If you need help or can offer it, please visit facebook.com/covidsupport

Posted by Mark Zuckerberg on Tuesday, March 31, 2020

Il risultato è un racconto, decisamente emozionale, del particolare momento che stiamo vivendo e degli sforzi fatti, da ciascuno nel proprio campo e con gli strumenti a propria disposizione, per restare uniti nonostante quella distanza sociale con cui stiamo imparando a convivere.

Con “Never Stop” Facebook presenta, del resto, Community Help, una particolare funzione – in via di roll out al momento in America, Regno Unito, Francia, Australia e Canada, prima di essere resa disponibile in tutti i paesi – che dovrebbe aiutare le persone che pure si trovano vicine fisicamente, ma non possono avere contatti per via della quarantena obbligatoria, a continuare a darsi una mano nell’affrontare l’emergenza coronavirus. Grazie a Community Help, così, ci si può offrire per andare a fare la spesa per i vicini di casa più anziani, proporsi per iniziative di volontariato, partecipare a campagne di crowdfunding per aiutare le mense dei poveri della zona, gli ospedali locali e via di questo passo.

never stop facebook community help

“Never Stop” presenta Community Help, una nuova funzione che permette agli iscritti a Facebook di mettere a disposizione il proprio tempo per aiutare i vicini anziani con la spesa o di fare la propria parte in iniziative di volontariato contro l’emergenza coronavirus.

Che è come dire, appunto, continuare a trovarsi l’uno con l’altro, più vicino, per non sentirsi perduti e soli, parafrasando il messaggio di questo corto pubblicitario di Facebook.

L’impegno di Facebook durante la pandemia da coronavirus

Dalla piattaforma sembrano sapere bene, del resto, che rendere «di qualità» il tempo che le persone passano su Facebook – cosa per cui da sempre professa di lavorare il team di Zuckerberg – passa in questo momento particolare, inevitabilmente, dall’offrire loro strumenti con cui possano sentirsi vicini ad amici, familiari, colleghi fisicamente lontani a causa delle misure restrittive per arginare l’epidemia di coronavirus. Basti pensare che, solo a marzo, gli italiani hanno passato il 70% di tempo in più sull’app e il numero di dirette su Facebook in una settimana è almeno duplicato; l’aumento più consistente, del 1000%, sarebbe stato però quello delle videochiamate di gruppo (i dati sono stati resi disponibili dalla stessa Newsroom di Facebook). Questo ha richiesto certamente uno sforzo da parte di Facebook per mantenere il servizio «stabile e affidabile» durante la pandemia da COVID-19.

never stop facebook restare uniti con call di gruppo

Un grafico mostra come, dallo scoppio dei primi focolai di coronavirus in Italia, sia aumentato il numero di minuti che gli italiani trascorrono tra chiamate e videochiamate di gruppo sulle app di casa Facebook. Fonte: Facebook Newsroom

Né si può dire, del resto, che siano state poche le iniziative di Facebook durante l’emergenza coronavirus mirate a rafforzare l’immagine della big di Menlo Park come di un brand vicino alle e a servizio delle persone: dalle donazioni ai consigli raccolti in un apposito hub su come sfruttare al meglio Messenger per mantenersi in contatto con i propri cari o con le proprie comunità di studenti, fedeli, ecc. e a quelli rivolti, invece, ai lavoratori alle prese con lo smart working , passando per le misure con cui Facebook dà sostegno alle piccole imprese e, inevitabilmente, agli strumenti per evitare il diffondersi di fake news e disinformazione sul coronavirus come il Centro Informazioni COVID-19, ben raggiungibile dalla colonna Esplora e che raccoglie fonti ufficiali e verificate per chi voglia tenersi aggiornato, per arrivare al Safety Check – quel bottone delle emergenze che gli iscritti possono usare per comunicare istantaneamente a tutti i propri contatti Facebook di stare bene, usato fin qui in caso di calamità naturali e attacchi terroristici – che nei prossimi giorni dovrebbe essere reso disponibile per le aree più colpite dal coronavirus, Italia inclusa.

Care: La reaction dell’abbraccio

Decisamente più simbolica la scelta di rendere disponibile, temporaneamente per le settimane di quarantena, Care, la Facebook Reaction dell’abbraccio.
Separati dalle misure di contenimento del contagio, infatti, tra i messaggi più ricorrenti nei post degli utenti c’era stato il desiderio di riabbracciare finalmente familiari, colleghi, amici, «congiunti». In attesa di poterlo fare fisicamente, una faccina antropomorfa e simpatica che, se selezionata, abbraccia un cuore grazie a una piccola animazione è un modo in più per esprimere vicinanza e affetto ai propri amici di Facebook.

facebook reaction abbraccio

Si chiama Care, la reaction dell’abbraccio disponibile temporaneamente su Facebook per esprimere vicinanza affettiva ai propri amici durante la quarantena

Certo non sono mancati ironia e real time marketing , con centinaia di meme e qualche messaggio aziendale che dalla pizza alla birra, passando per i gagliardetti della propria squadra del cuore, stretti nell’abbraccio della faccina, giocavano a sottolineare quelle piccole cose di tutti i giorni che sono mancate davvero e a tutti in questo momento di distanziamento sociale.

facebook reaction abbraccio meme

Tanta l’ironia scatenata dalla Facebook Reaction dell’abbraccio: gli utenti l’hanno subito trasformata in un meme che abbracciava pizza, alcolici, simboli di squadre e sport preferiti, a sottolineare cosa, oltre a familiari e amici, è mancato di più durante la quarantena.

gli immancabili dubbi sull’uso di informazioni personali (e sensibili)

Né con l’operazione “Never Stop“, né con le altre iniziative collegate Facebook sembra essersi affatto risparmiato le immancabili polemiche riguardo a come piattaforma e parti terze utilizzeranno dati e informazioni – in non pochi casi sensibili, perché riguardanti il proprio stato di salute o quello dei familiari – condivisi sui social in questo periodo di quarantena forzata. Non è un mistero, anzi era stato annunciato dallo stesso Zuckerberg in un post, che i dati raccolti dalla piattaforma in questo periodo sarebbero confluiti nel progetto “Data For Good”.

I wanted to share an update on the steps we're taking to respond to the coronavirus. This is now a global challenge and…

Posted by Mark Zuckerberg on Tuesday, March 3, 2020

Come spiega meglio Wired, la scelta è quella di mettere a disposizione di università e gruppi di studio dati sulla mobilità delle persone e mappe sulla densità della popolazione che, analizzati in forma aggregata e anonima, dovrebbero aiutare gli addetti ai lavori a prevedere e interpretare meglio la diffusione dell’epidemia. Non è escluso che tra i dati concessi da Facebook a chi sta studiando il coronavirus confluiscano, però, anche i flussi di conversazioni legate all’emergenza sanitaria e, cioè, semplificando molto, anche tutto il live streaming della nostra vita quotidiana da quarantena. Niente uscirebbe fuori, rassicurano gli esperti, dal cerchio dei gruppi di studio universitari se non in forma anonimatizzata e aggregata, senza che questo basti, però, a tranquillizzare appieno rispetto ai rischi per privacy e corretto trattamento dei dati personali (e sensibili) che si portano dietro contact tracing e dell’utilizzo dei big data durante l’emergenza coronavirus.

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